La pandemia, la crisi economica ed energetica e ora la guerra spingono gli italiani verso consumi più sostenibili. Si registra, infatti, un aumento del 28%, rispetto allo scorso anno, degli acquisti di prodotti km0 e made in Italy e anche una crescita dell’attenzione alla sostenibilità come criterio di scelta. Allo stesso tempo si verifica una diminuzione degli acquisti di prodotti di marca ed etnici rispettivamente del 52% e del 26%.

Cambiano anche i comportamenti, coerentemente con queste scelte, infatti l’88% degli intervistati dichiara di portare da casa sacchetti in tessuto o di utilizzare quelli biodegradabili, l’80% di acquistare prodotti con confezioni di carta o cartone, il 74% di acquistare, quando possibile, prodotti sfusi. Queste sono le principali novità che emergono dal Report “FragilItalia”, elaborato da Area Studi Legacoop e Ipsos.

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Cosa vuol dire prodotto km0?

A questa domanda ha provato a dare una risposta la nuova legge sulla promozione dei prodotti agricoli e alimentari a km0 e a filiera corta approvata con l’ok da parte della Camera dei Deputati e del Senato.

La nuova normativa è entrata, quindi, ufficialmente in vigore e le novità più importanti della legge sulla produzione agricola riguardano la definizione di concetti quali prodotto a km0 e filiera corta, oltre all’introduzione di nuovi loghi per aiutare il consumatore a scegliere frutta e verdura del territorio e all’imposizione dell’obbligo di presenza di prodotti a km0 nei mercatini rionali.

Per prodotto a km0 si intendono tutte quelle specialità dell’agricoltura e dell’allevamento provenienti dalla stessa provincia del luogo di vendita oppure da luoghi di produzione e di trasformazione della materia prima non superiori ai 70 chilometri di raggio dal luogo di vendita.

Con il termine filiera corta, invece, si intende semplicemente l’assenza di intermediari commerciali tra il produttore e il consumatore, ma con un’eccezione, infatti la nuova legge chiarisce che cooperative e consorzi non sono considerati intermediari.

Alcuni vantaggi nello scegliere il km0

Sono tante le buone ragioni per acquistare prodotti a km0. La prima è sicuramente la freschezza, infatti, acquistando direttamente dal produttore è possibile verificare i metodi produttivi, la stagionalità e l’assenza di agenti chimici. In questo modo si privilegia ciò che la natura offre di volta in volta, facendo attenzione alla stagionalità di frutta e verdura e riscoprendo sapori e profumi.

La seconda ragione è che grazie a questi prodotti si sostengono le piccole imprese legate al territorio e si contribuisce ad alimentare l’economia locale. In questo modo è possibile far nascere collaborazioni tra produttori e consumatori, con la possibilità di visitare le aziende e di recuperare non solo tradizioni, ma anche scoprire ricette e storie dietro ad ogni alimento.

I prodotti a km0 comportano inoltre un minor ricorso a imballaggi, contribuendo così a ridurre il volume dei rifiuti di plastica e lo spreco di energia elettrica impiegata per alimentare i sistemi di conservazione, come le celle frigorifere. Si riduce, inoltre, anche l’emissione di anidride carbonica e si risparmiano acqua ed energia nei processi di lavaggio e confezionamento.

Infine, grazie al ridotto impiego di imballaggi e allo scarso utilizzo di prodotti chimici, si ottengono prodotti ecosostenibili e che hanno un costo contenuto vista l’assenza di intermediari tra produttori e consumatori.

Nuovi loghi per filiera corta e km0

Per garantire ai consumatori la possibilità di essere in grado di riconoscere quali prodotti siano effettivamente a km0 o a filiera corta, il nuovo dispositivo normativo ha introdotto due nuovi loghi nazionali che saranno apposti nei mercati, negli esercizi commerciali e nei ristoranti, ma non sui prodotti stessi, così da evitare la necessità di dover utilizzare etichette e imballaggi dannosi per l’ambiente.

Per tutelare ulteriormente i consumatori e per scoraggiare frodi da parte dei commercianti, la legge prevede, inoltre, l’introduzione di sanzioni abbastanza dure: chi utilizzerà in maniera non conforme le definizioni di filiera corta e km0 introdotte dalla legge o chi esporrà i loghi senza averne i requisiti, rischia una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.600 euro a 9.500 euro.

Nuovi spazi riservati nei mercati

Anche mercati e supermarket dovranno riservare appositi spazi alla vendita dei prodotti a km0 0 provenienti da filiera corta. La normativa è molto stringente per quanto riguarda i mercati rionali e cittadini, infatti, i comuni dovranno riservare almeno il 30% del totale dell’area mercatale alle attività che offrono cibo a filiera corta e a km0.

Per le catene di supermercati, invece, la legge prevede che siano le regioni e gli enti locali, previa intesa con le associazioni di rappresentanza del commercio e della grande distribuzione, a favorire la destinazione di particolari aree all’interno dei supermercati destinate alla vendita dei prodotti a km0 e a filiera corta.

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Giovanni Binda

Giovanni Binda

Giovanni Binda, aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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