Salute & Benessere

Le nanotecnologie contro i tumori

di 26 Aprile 2006No Comments

Positive novità arrivano dagli Stati Uniti nella ricerca di metodi efficaci nella lotta ai tumori in virtù dell’utilizzo delle nanotecnologie: un gruppo di ricercatori del prestigioso Massachusetts Institute of Technology (Mit) ha ideato delle nanoparticelle intelligenti (corpuscoli la cui grandezza è misurabile in miliardesimi di metro) in grado di penetrare nelle cellule. Tali particelle hanno al loro interno sostanze in grado di riconoscere il tumore e principi attivi solitamente usati in chemioterapia letali per la patologia tumorale.
«Le nostre nanoparticelle hanno dimensioni di 150 nanometri, tali da potere attraversare la membrana cellulare – hanno spiegato i professori Robert Langer del Mit e Omid Farokhzad del Brigham and Women’s Hospital, capi di un gruppo formato da otto ricercatori.- Il guscio esterno delle particelle è stato decorato con molecole chiamate aptameri, in grado di riconoscere le specifiche cellule tumorali che si vogliono colpire e di evitare le cellule sane. Non solo: nel guscio è presente anche uno scudo molecolare di glicol polietilenico che le mette al riparo dai macrofagi, le cellule che ci difendono dall’intrusione delle sostanze estranee nell’organismo».
I risultati di queste ricerche sono disponibili in rete sull’edizione on-line della rivista specializzata Proceedings of the National Academy of Science.
Sempre dagli USA, ma stavolta dall’Università dell’Ohio arriva la notizia che un’equipe di scienziati, iniettando in alcuni animali le nanoparticelle hanno notevolmente migliorato la possibilità, da parte delle tecnologie ad ultrasuoni, di riconoscere il tumore fin dal suo insorgere.
Anche in questo caso i risultati dell’esperimento possono essere oggetto di studio sulle pagine di un giornale medico, il “Physics in Medicine and Biology”.
Naturalmente è d’obbligo precisare che per il momento tali risultati sono stati ottenuti esclusivamente su cavie animali e i loro effetti sull’uomo rappresentano tutt’ora un’incognita. Sarebbe perciò controproducente andare oltre un moderato ottimismo.

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Mattia Montanini

Mattia Montanini

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