Salute & Benessere

Nuova scoperta scientifica renderà autonomi i paraplegici

di 2 Settembre 2006No Comments

Una scoperta scientifica incredibile che mitigherà in parte i limiti oggettivi dei soggetti paraplegici o paralizzati a seguito di gravi malattie invalidanti o incidenti e renderà più accettabile la qualità della vita di queste persone. Una sofisticata protesi neuromotoria impiantata direttamente nel cervello del soggetto portatore di handicap, consentirà a quest’ultimo di poter interagire con gli oggetti cui è circondato, ad esempio telecomandare il televisore, muovere il mouse di un computer, con la sola forza del pensiero per via di speciali elettrodi applicati alla corteccia cerebrale che captando gli impulsi nervosi li traducono in movimenti all’indirizzo degli oggetti sui quali interagire.

La fantascientifica scoperta, pubblicata sulla prestigiosissima rivista scientifica Nature, porta il nome di John Donoghue della Brown University, Providence e Krishna Shenoy della Stanford University e di “BrainGate”, così si chiama la protesi neuromotoria creata e testata da Cyberkinetics Neurotechnology Systems Inc. Ma, neanche il tempo per plaudire a questa rivoluzionaria invenzione, che già si pensa di estendere l’applicazione di BrainGate anche al movimento muscolare autonomo di quei soggetti incapaci di farlo naturalmente.
Ciò sarà possibile dopo aver constatato che in caso di lesione spinale, laddove per un fatto traumatico si siano interrotti i collegamenti che vanno dalla colonna vertebrale al cervello, i neuroni cerebrali continuano a funzionare regolarmente per decenni, soltanto che manca loro il collegamento che li faccia interagire coi nervi deputati a quella contrazione muscolare in grado di far muovere questi pazienti. Grazie a questa rivoluzionaria scoperta sarà possibile far interagire la protesi artificiale bypassando la lesione e decodificando il segnale che si tramuta in un comando da dare al muscolo che serva far muovere.
I risultati pubblicati sulla rivista Nature narrano di un esperimento effettuato su un volontario venticinquenne paralizzato che, dopo nove mesi dall’impianto di BrianGate, può agire sul telecomando del suo televisore, aprire una e-mail e offrire caramelle al tecnico con la mano che prima era completamente paralizzata. Ma c’è di più, sempre secondo Nature, a breve sarà possibile rendere noto alla comunità i risultati operati su un cinquantacinquenne paralizzato che ha già subito l’impianto di BrianGate e che potrà decidere, in tempo reale, di effettuare tutti quei movimenti da compiere, compreso il muoversi e il camminare, mimando sempre di più, l’originaria condizione fisiologica quale era prima della malattia che lo ha invalidato irreversibilmente.

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Giuliano Marchese

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