Salute & Benessere

Nel cervelletto una delle origini della dislessia

di 31 Ottobre 20078 Commenti

Tra le origini della dislessia, il più comune disturbo del linguaggio, potrebbe esserci una disfunzione del cervelletto. A questo risultato sono arrivati, utilizzando la risonanza magnetica funzionale su pazienti adulti con accertata dislessia, genitori di bambini a loro volta dislessici, i ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con i colleghi dell’Irccs Santa Lucia di Roma.
I dislessici, persone con normale intelligenza ma difficoltà di apprendimento della lettura, costituiscono nel nostro Paese il 4% della popolazione generale (con punte che superano il 10% nei Paesi anglosassoni). Un disturbo che per essere curato efficacemente richiede una diagnosi precoce e un programma riabilitativo tempestivo in età pediatrica. Fino ad oggi si riteneva la dislessia espressione di un disturbo del linguaggio. Lo studio realizzato dalle due strutture romane e coordinato dal dottor Stefano Vicari, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia e Riabilitazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dimostra invece come possano essere implicate altre funzioni cognitive quali la memoria procedurale con la disfunzione di particolari aree cerebrali extra-linguistiche quali il cervelletto.
I risultati dello studio aprono la via allo sviluppo di nuove procedure diagnostiche e riabilitative che tengano conto della complessa e articolata origine del disturbo.
Il risultato del lavoro che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Neuroimage potrebbe anche fornire un contributo utile al lavoro degli storiografi nel ridefinire i profili di molti personaggi famosi. Tra i dislessici d’eccezione alcuni geni di indiscusso valore come Leonardo da Vinci, Thomas Edison, Albert Einstein, statisti del calibro di Giulio Cesare, John F. Kennedy e Winston Churchill, ma anche personaggi del mondo dello spettacolo come Walt Disney o Marilyn Monroe.

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Claudia Costa

Claudia Costa

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8 Commenti

  • Alfonso Masciocchi ha detto:

    Cominciamo col dire che la dislessia e’ uno stato, una caratteristica non una “malformazione” o una “lesione” cerebrale, la dislessia e’ una caratteristica e quindi non e’ possibile riabiltarla, un dislessico compensa, ovvero si adatta a uno standard richiesto, un dislessico e’ un pensatore per immagini e spesso proprio grazie alla dislessia un ottimo problem solver.
    le associazioni che si occupano di dislessia hanno gia’ a piu’ riprese espresso la loro contrarieta’ ad uno studio che ha dato come risultato solo un incremento della velocit6a’ di lettura che un dislessico avrebbe comunque in un anno senza trattamento.
    il trattamento, che per inciso era gia’ stato testato all’estero e su un campione piu’ rappresentativo di 19 ragazzini appena riconosciuti e quindi confusi, ha dato effetti collaterali come nausea, mal di testa e mal di collo. i dislessici sono profondamente offesi dai toni di questi articoli

  • Chiara Actis Alesina ha detto:

    La dislessia è una caratteristica non è una malattia non si cura. I dislessici cambiano nel tempo, comoensano. Basterebbe attivare una didattica personalizzata ed individualizzata per dare ai dislessici in età scolare le stesse possibilità . Invece noi spendiamo tempo e soldi a cercare cure per malattie che non esistono come cercare l’acqua su Marte continuando a sprecare la nostra sulla Terra a causa di una rete idrica fatiscente e vetusta come la nostra scuola.

  • Alessandra ha detto:

    Devo avere un bag nel cervelletto. … perché non capisco il senso dell’articolo.
    1) Afferma che si è scoperta la causa, diciamo così, della dislessia. … ricercando nel cervelletto, anche se non ci spiegano come, quali differenze ecc… comunque a loro dire questo mette in dubbio, se non la esclude totalmente, il disturbo del linguaggio…sul quale beh ! Anche li potremmo dirne.
    2) sempre l’articolo afferma però che la dislessia deve essere diagnosticata tempestivamente per mettere in atto un piano riabilitativo, bah ! Qual’è ? Perché nessuno me ne ha mai parlato ? Devo farle stringere tra le mani un pallina antistres?
    3) L’articolo in fine, pur lasciando disattese le mie domande, oltre a voler identificare i dsa come persone celebrolesi non da risposte a nessuna domanda come neppure a “cure” riviste rispetto alla terapia di cui parlate basata sul disturbo del linguaggio.
    4) alla fine ci assicurate che questa scoperta avrà grande impatto, anche se non si capisce come, sullo studio di personaggi storici dsa…

    Insomma che dire … non capisco tutto questo groviglio di toni esaltati di scoperta. .. cosa hanno scoperto ? Cosa aveva che non funzionava il cervelletto di Michelangelo .? Per fortuna deve aver trovato un terapista, doveva essere cosa facile hai suoi tempi,…

    Scusate il mio cervelletto ne è uscito molto confuso.

  • michela masciovecchio ha detto:

    La dislessia è un modo di essere,un modo di essere direi GENIALE,dato che molto dislessici hanno e continuano a fare la differenza in questa societa’!!
    Sono stufa,ripeto stufa di leggere baggianate del genere
    Non cambierei o modificherei o curerei mai il cervello di mio figlio e’ speciale cosi’!!!
    Invece di perdere tempo e denaro cambiamo insieme il nostro sistema scolastico che e’ ” antico”.
    I nostri bimbi non sono cavie da laboratorio

  • Simona Diotalevi ha detto:

    Se il mio cervelletto non funziona bene … spiegatemi come ho fatto a 15 anni a vincere una borsa di studio come ballerina … a 21 essere prima ballerina di una compagnia di balletto … lavorare in giro per l’Europa costumista teatrale e scenografa … a 32 anni lascio la carriera per fare la mamma (scelta mia!) Riprendere a studiare, vincere un concorso statale e diventare insegnante di scuola elementare.
    Dislessica adulta cinquantaduenne, diagnosticata 35 anni fa.
    Ammetto di avere avuto quapche difficoltà a scuola, ma professori geniali i quali hanno già a quei tempi adattato la didattica a me. Pensate già a quei tempi mi davano tempo in più per le verifiche, programmavano le interrogazioni e le verifiche, mi hanno insegnato un metodo di studio per schemi e mappe che utilizzo ancora oggi.
    Contemporaneamente al liceo frequentavo l’accademia di danza! Una dislessica!
    Non è che più che un problema di cervelletto è un problema di omologazione nella scuola, nozionismo stupido, pappagallismo, incapacità e non conoscenza della didattica, menefreghismo della scuola, ottusità, poca voglia di dedicarsi agli altri, poca sensibilità, voler tirar fuori robot sottomessi e non pensanti. Il pensiero fuori dal coro fa paura!
    Se il mio cervello e cervelletto funzionassero così male … come avrei potuto vivere una vita così.
    Come potete considerarci malati, disturbati, handicappati se tutti noi abbiamo e facciamo una vita del tutto normale, anzi piena con soddisfazioni personali grosse, con belle famiglie e figli geniali.
    E noi dislessici adulti non abbiamo avuto diagnosi precoci, non abbiamo avuto logopedisti ad aiutarci, neuropsichiatri o genitori preparati.
    Io so di essere stata fortunata a scuola (molto meno in famiglia purtroppo!) Ma tutti abbiamo riscattato la nostra vita.
    Ora si conosce la dislessia: siete voi a trasformarla in una tragedia e mandare messaggi errati su quello che è il nostro mondo. Ci state trasformando in fenomeni da circo, nelle bestie deformi da cui aver paura.Voi normo ignoranti!
    Lasciateci stare … non angosciateci, non inveite su di noi … noi abbiamo fatto la storia nonostante tutto!

  • Susanna ha detto:

    Leggendo il vostro articolo mi sorge una domanda: ma se, come dite voi, la dislessia è una malattia dalla quale riabilitarsi etc, io sono malata? Metto al mondo figli malati?
    Oppure sono semplicemente diversa da voi? Il mio cervello segue un percorso di apprendimento diverso, ma tutto ciò non mi ha impedito di conseguire una laurea in economia in 4 anni e mezzo e di lavorare in ambito finanziario …. onestamente tutto ciò che scrivete mi pare molto strano, proponete una cura assurda per una malattia INESISTENTE!!!!!!

  • Dtsch ha detto:

    Peculiari caratteristiche neuroanatomiche e neurofunzionali del cervelletto, organo alla base dell’apprendimento delle procedure e degli automatismi, sono da tempo sotto studio e certo alla base di molti problemi che i dislessici devono affrontare. Tuttavia esse si traducono anche in un vantaggio: “Another strength of the procedural learning theory is that it predicts some of the advantages that we often observe in individuals with dyslexia. For example, while poor automaticity in routine skills makes many individuals with dyslexia slower and less efficient on routine tasks, it also forces them to approach these tasks with a greater “mindfulness” or task awareness and to really think about what they’re doing. As a consequence, we’ve found that individuals with dyslexia often innovate and experiment with routine procedures, and in the process find new and better ways of doing things. In contrast, individuals with strong procedural learning abilities quickly learn to perform tasks in just the way they were taught, so they often perform these tasks without having to think about them.” Insomma, ė alla base della loro MINDFULNESS naturale.” Insomma il fatto che i dislessici non automatizzino , si accompagna ad un enorme vantaggio personale ed evolutivo. Il fatto che i normolessici automatizzino, è un vantaggio per loro ma si traduce in uno svantaggio: avevere buona memoria procedurale li impaccia se devono approfondire o tirar fuori nuove idee. Insomma tanto accanimento contro un cervelletto che si oppone strutturalmente alle procedure rigidamente e passivamente apprese mi par quasi offensivo. Certo in un mondo come quello di Orwell dove tutti devono imparare come mantra le sciocchezze che dice il Grande Fratello e conformarsi come le file delle formiche, avere un cervello dislessico sarebbe un grande svantaggio. Qui ora, almeno per ora … Mah! Lasciamolo stare cosi che è meglio. Benvengano altri studi a dimostrare che Chi ci ha costruito o programmato ha fatto in modo che sia ben rappresentata questa variabilità che non consente una automatica inconsapevole omologazione. Questa è la mia idea.

  • Antonio Ciro ha detto:

    Credo di essere dislessico, cioe’: quello che leggo non e’ esattamente quello che e’ scritto e scrivo usando consonanti sbagliate V invece di F e doppie consonanti, anzicche’ una consonante, specialmente la G.. Sono stato bocciato alla quarta elementare e al terzo anno delle scuole supperiori. Avevo quasi paura di leggere, e, principalmente, di scrivere. Agli esami di abilitazione dalle Scuola Superiore, sono stato l’unico in tutta Italia a risolvere il problema dii matematicca, inviato dal Ministero Della Publica Istruzione di Roma, eccetera. Per 31 anni sono stato docente universitario nella Facolta’ di Matematica , non in Italia ma in USA. Ora sono pensionato. Credo che, ‘ avere la possibilita’ economiche qui in USA e comprare i libri che mi suscitatano interesse a leggere, come i libri di autori come Leonardo Sciascia , Pirandello, Brancati, Vittorini e poi Gaetano Salvemine , eccetera, ha copntribuito a diminuito la mia paura a scrivere e a leggere oltre ad arricchire la mia conoscenza letteraria e politica. Non vorrei semplificare il carattere deleterio della dislessia, perche’ non tutti percorriamo le stesse vie nella vita ed io conosco un solo caso, il mio