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Nel cervelletto una delle origini della dislessia

Tra le origini della dislessia, il più comune disturbo del linguaggio, potrebbe esserci una disfunzione del cervelletto. A questo risultato sono arrivati, utilizzando la risonanza magnetica funzionale su pazienti adulti con accertata dislessia, genitori di bambini a loro volta dislessici, i ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in collaborazione con i colleghi dell’Irccs Santa Lucia di Roma.
I dislessici, persone con normale intelligenza ma difficoltà di apprendimento della lettura, costituiscono nel nostro Paese il 4% della popolazione generale (con punte che superano il 10% nei Paesi anglosassoni). Un disturbo che per essere curato efficacemente richiede una diagnosi precoce e un programma riabilitativo tempestivo in età pediatrica. Fino ad oggi si riteneva la dislessia espressione di un disturbo del linguaggio. Lo studio realizzato dalle due strutture romane e coordinato dal dottor Stefano Vicari, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia e Riabilitazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dimostra invece come possano essere implicate altre funzioni cognitive quali la memoria procedurale con la disfunzione di particolari aree cerebrali extra-linguistiche quali il cervelletto.
I risultati dello studio aprono la via allo sviluppo di nuove procedure diagnostiche e riabilitative che tengano conto della complessa e articolata origine del disturbo.
Il risultato del lavoro che è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Neuroimage potrebbe anche fornire un contributo utile al lavoro degli storiografi nel ridefinire i profili di molti personaggi famosi. Tra i dislessici d’eccezione alcuni geni di indiscusso valore come Leonardo da Vinci, Thomas Edison, Albert Einstein, statisti del calibro di Giulio Cesare, John F. Kennedy e Winston Churchill, ma anche personaggi del mondo dello spettacolo come Walt Disney o Marilyn Monroe.

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