Salute & Benessere

In Veneto scelta facoltativa delle vaccinazioni

di 21 Gennaio 2008No Comments

Mentre per il vaiolo l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha certificato la sua eradicazione e gli unici ceppi del virus esistenti sono quelli mantenuti presso due laboratori, il Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta e il Laboratorio di Ricerche Virologiche e Biotecnologiche di Koltsovo in Russia, per molte altre infezioni abbassare la guardia sulle vaccinazioni comporta il rischio di una recrudescenza dei casi che sembravano ormai sotto controllo.

Come per la poliomielite, di cui si è tentata la totale eradicazione, che ha prodotto risultati alterni a seguito di vari problemi nella somministrazione del vaccino. In Europa e in tutto l’Occidente la malattia è stata eliminata, mentre rimangono focolai sparsi in Africa, nel Sue Est Asiatico e India, dove la poliomielite è ancora endemica.

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Naturalmente in Italia la situazione è sotto controllo e, soprattutto, risulta ingiustificato l’allarme meningite, per la quale non è prevista una vaccinazione su ampia scala della popolazione. Piuttosto risulta più preoccupante la situazione della tubercolosi.

Proprio la leggerezza però con cui alcuni potrebbero affrontare il problema vaccinazioni ora che, ad esempio in Veneto, sono facoltative, come prevede l’articolo 5 della Costituzione sulla Devolution, pone un problema culturale che va affrontato: siamo pronti a lasciare libertà di scelta alle singole regioni per quanto riguarda quello che era un preciso obbligo ministeriale?

Sappiamo che esistono diversi problemi da affrontare: dal pediatra che non è preparato per un counselling mirato ai genitori, i quali spesso si riuniscono in associazioni che combattono le vaccinazioni in età pediatrica a causa dei rari casi di bambini che hanno subito gravi danni, soprattutto dall’antipolio. Oppure, nel caso delle categorie a rischio, come i diabetici, i cardiopatici e gli anziani ai quali non sempre viene consigliata la vaccinazione antinfluenzale, che farebbe scendere di molto il costo dell’ospedalizzazione nei momenti di picco del contagio.

Un altro esempio molto rappresentativo si è avuto più volte in Italia con il morbillo, contro il quale esiste il vaccino: nel 2002 ci fu un’epidemia di 18.000 casi e nel 2003 di 11.000. Fino alla notizia che risale al 19 dicembre del 2007 quando una ragazza di 17 anni è morta per le complicanze dovute proprio al morbillo. Purtroppo, essendo una malattia molto contagiosa, avrebbe bisogno di coperture vaccinali molto elevate per poterla eradicare e questo comporterebbe costi non affrontabili da tutti i Paesi; proprio per questo motivo si registrano ancora elevati picchi epidemici anche in Germania, a causa dell’immigrazione dalla Turchia.

Un’altra utile vaccinazione sarà quella contro HPV, meglio noto come Papilloma Virus, prevista per tutte le adolescenti, a seguito della scoperta della correlazione tra l’infezione e l’insorgere del cancro alla cervice uterina.

Infine la vaccinazione contro il Rotavirus, che causa mortalità per gastroenterite nei paesi meno sviluppati e un alto numero di ospedalizzazioni dei bambini al di sotto dei 5 anni in paesi come il nostro.

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Monica Costa

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