E’ una malattia che accompagna l’uomo moderno fin dalla sua comparsa sul pianeta Terra, un periodo lontanissimo nel tempo, tra i 60.000 e gli 80.000 anni fa: a questo risultato è giunta una ricerca, capitanata da Francois Balloux, dell’Imperial College di Londra e pubblicata su Current Biology, che ha avuto come oggetto principale la malaria, generata nell’uomo attraverso la puntura della zanzara anofele.

Lo studio ha avuto come fine quello di conoscere meglio il Plasmodium falciparum, una delle quattro specie di protozoi del genere Plasmodium, in grado di generare la malaria nell’uomo, spesso nella sua forma più pericolosa e letale.  L’analisi della composizione genetica delle diverse popolazioni di P. falciparum è stato lo scopo della ricerca di Francois Balloux e del suo team: conoscere le variazioni genetiche dei diversi ceppi diffusi nel mondo può costituire un fattore decisivo per costruire una sorta di “mappa” della malattia, per comprenderne più a fondo le possibilità di diffusione e la pericolosità, garantendo anche un maggiore successo delle campagne mediche per il suo controllo.

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Il DNA dei diversi ceppi della malattia è stato, quindi, studiato approfonditamente, arrivando a scoprire che la malaria è molto più antica di quanto si pensasse: gli studi precedenti, infatti, ne correlavano l’origine alla nascita dell’agricoltura, circa 10.000 anni fa. La malattia, invece, avrebbe accompagnato l’homo sapiens sapiens fin dai tempi più remoti, adattandosi ad esso, e seguendolo all’epoca in cui l’uomo moderno lasciò l’Africa per colonizzare le altre terre, circa 80.000 anni fa.

La malaria costituisce una delle principali cause di morte nel mondo: diffusa principalmente nella fascia tropicale, è stata però registrata anche nelle regioni temperate.  Secondo i dati dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità,  i casi di malaria, endemica in 105 nazioni, sono compresi tra i 300 e i 500 milioni: di questi, i casi mortali sono circa due milioni ogni anno e colpiscono soprattutto bambini al di sotto dei cinque anni e le donne incinte. Nonostante le vaste campagne mediche per eliminare la malattia, compiute tra gli anni Cinquanta e Sessanta, i casi testimoniati negli ultimi anni sono in costante aumento, a causa della resistenza dei nuovi ceppi della malattia ai vecchi rimedi medici. Il paese più colpito dalla malaria è l’Africa, soprattutto nella zona del Sahara equatoriale, seguito da Brasile, India e Sri-Lanka.

Per debellare la malaria, è sempre più importante conoscere approfonditamente le origini della malattia: e questa ricerca aggiunge un ulteriore tassello alla speranza.

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Isabella Berardi

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