I risultati della ricerca oncologica dimostrano che negli ultimi 30 anni il cancro è diventato sempre più una malattia curabile e che il 40% dei tumori può essere prevenuto conducendo una vita sana e sottoponendosi a visite ed esami di diagnosi precoce.


Lo scorso 5 novembre, in occasione della tredicesima Giornata nazionale per la ricerca sul cancro, Umberto Veronesi ha illustrato i risultati ottenuti dalla ricerca oncologica negli ultimi 30 anni. Veronesi, che ha tenuto una lectio magistralis al Convegno “L’oncologia nel terzo millennio” tenutosi di Firenze, ha dichiarato che ”non siamo ancora alle soglie della risoluzione finale del problema cancro, ma ci stiamo avvicinando”.

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“Non sempre, ma molto di più rispetto al passato, di tumore si riesce a guarire – sia tra gli uomini, sia tra le donne”. Veronesi ha affermato che, oltre alle terapie innovative e agli strumenti tecnologici in costante miglioramento, il tassello fondamentale che negli ultimi 30 anni ha permesso di ottenere ottimi risultati nella lotta al cancro è stata la campagna di prevenzione, che ha fatto prendere consapevolezza ai cittadini sui fattori di rischio tumori e sull’importanza della diagnosi precoce. La diagnosi precoce ha fatto sì che molta gente intervenisse in tempo utile e sconfiggesse la malattia, a differenza di 30 anni fa quando era difficile convincere una donna a fare la mammografia. “Oggi sappiamo – ha proseguito Veronesi – che i big killers possono essere scoperti precocemente. Anticipando la diagnosi le cure sono ridotte, gli organi sono conservati e le amputazioni sono quasi sparite”.

Altri fattori che incidono sulla crescente guarigione dal cancro sono i nuovi piani oncologici, che prevedono un uso più ampio delle risonanze magnetiche (favorendo così la diagnosi precoce), la ricerca sulle cellule staminali tumorali, al fine di trovare il modo di intervenire efficacemente ed eliminare il rischio di recidive, e l’uso progressivo della chirurgia robotica, che consente di effettuare manovre di altissima precisione e rapidità, utilizzando strumenti che non traumatizzano la muscolatura del paziente.

Ma la vera novità nella lotta al cancro, sempre secondo Veronesi, è che si riduce il numero delle scacchiere su cui si gioca la partita: da due a una sola, poiché le attività dei laboratori di ricerca e dei luoghi di cura si unificano. Inoltre, nella partita entra una nuova figura professionale: il clinico molecolare – l’oncologo del futuro – che divide il suo impegno fra il laboratorio di ricerca e il reparto di diagnosi e cura, oppure fra il laboratorio di ricerca e la sala operatoria.

Anche se la strada da percorrere è ancora lunga, “negli ultimi 30 anni – ha proseguito Veronesi – abbiamo fatto più progressi che nei tre secoli precedenti”. Il cancro è diventato sempre più una malattia curabile e il 40% dei tumori può essere prevenuto conducendo una vita sana e sottoponendosi con regolarità a visite ed esami di diagnosi precoce. L’immagine scelta per presentare la tredicesima Giornata nazionale per la ricerca sul cancro, infatti, ha come protagonista la luce che illumina solo la parola “CURABILE”, lasciando in ombra le lettere “IN”. Questa icona rappresenta molto bene la sintesi del principio che sta alla base della ricerca scientifica oncologica e conferma la speranza concreta che il cancro diventi sempre più curabile.

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Laura Pavesi

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