Una ricerca pubblicata su Nature Medicine apre la strada a una nuova generazione di farmaci antidepressivi, mirati e con pochi effetti collaterali. Un gruppo di ricercatori canadesi ha infatti sintetizzato una proteina efficace nel contrastare i sintomi della depressione. La depressione è un male che colpisce sempre più persone, in Italia e nel mondo e che non fa distinzione di sesso, razza o età. Sono moltissimi i farmaci che trattano questo complesso disturbo, ma purtroppo sono tanti anche gli effetti collaterali lamentati dai pazienti. Inoltre i più diffusi antidepressivi non sono efficaci su tutti i soggetti allo stesso modo, anche perché la “riposta” del nostro cervello ai farmaci richiede almeno due-tre settimane dall’inizio della terapia.

Un nuovo orizzonte è stato però aperto da una nuova molecola  – messa a punto dai neuroscienziati del Centre for Addiction and Mental Health (CAMH) di Toronto – che interferisce con i recettori recettori dopaminergici D1 e D2.
Le cellule cerebrali legano la dopamina attraverso cinque diversi recettori , D1-D5, e ciascun recettore può causare distinti cambiamenti molecolari nei neuroni quando viene attivato. Questi “neuroni sentinella”  – così si possono definire – normalmente lavorano separatamente ma lo studio dimostra che alcuni recettori possono combinarsi e lavorare appaiati, producendo segnali diversi da quelli che produrrebbero se lavorassero singolarmente.
I ricercatori hanno infatti scoperto che nel cervello delle persone affette da forme gravi di depressione, i due recettori D1 e D2 sono accoppiati in modo significativamente più elevato rispetto ai soggetti sani, soprattutto in alcune regioni cerebrali, deputate ai meccanismi di rinforzo.
L’obiettivo è stato quindi quello di trovare il modo di interferire con questo accoppiamento.
Hanno analizzato uno specifico meccanismo di segnalazione della dopamina, per individuare i siti in cui i due recettori si legano insieme. “Abbiamo identificato un potenziale bersaglio terapeutico per lo sviluppo di nuovi agenti antidepressivi” ha detto la dottoressa Liu Fang, Principal Investigator e Senior Scientist nel CAMH e docente di Psichiatria presso l’Università di Toronto.
Il peptide sintetizzato ha effettivamente un effetto di disturbo su questo accoppiamento recettoriale.
Infatti, testando la proteina in modelli animali, per confrontare gli effetti con gli attuali farmaci antidepressivi, gli studiosi hanno osservato un netto miglioramento nei comportamenti tipici della depressione. Il miglioramento era equivalente a quello ottenuto con i farmaci tradizionali.
Questa nuova proteina costituisce un approccio completamente nuovo alla cura della depressione, trattamento che, ad oggi, si fonda soprattutto su farmaci che bloccano i trasportatori della serotonina o noradrenalina.
Siamo fiduciosi che la nostra ricerca porterà a nuove opzioni di trattamento che potrebbero ridurre gli effetti collaterali per i pazienti con depressione“, ha dichiarato la dottoressa Liu.

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici
Condividi su:
Sofia Scatena

Sofia Scatena

Riscopri anche tu il piacere di informarti!

Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.

Sostienici