Grandi novità nella prevenzione e nella lotta ai tumori. Tra poco infatti  basterà un prelievo del sangue per stabilire la presenza di cellule cancerogene. Lo annunciano i ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston (USA).

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Con l’esame del sangue sarà possibile individuare le cellule tumorali circolanti (Ctc), quelle che si staccano dal tumore principale ed entrano nel circolo sanguigno dell’organismo provocando poi la formazioni di metastasi.

La novità di questo esame è quella di essere in grado non solo di individuare le cellule ma addirittura di catturarle per studiarle in vitro. La tecnica in questione utilizzerà un microchip provvisto di 78mila alloggiamenti coperti con anticorpi e marcatori che attirano e legano le cellule tumorali, al passaggio del sangue, evidenziandole e sbalzando via le cellule sane.
Grazie alla praticità e alla ripetibilità del test, si potrà verificare dopo un certo periodo di terapia l’effetto dei farmaci sul tumore, andando a ricontare e rianalizzare le Ctc.

Si tratterà di un’analisi del sangue personalizzata che sarà in grado di stabilire ad esempio se un tumore si è esteso o si è ridotto, facilitando in tal modo la terapia da adottare e risparmiando a molti pazienti trattamenti in alcuni casi inefficaci come la chemioterapia o la radioterapia. Insomma, si tratta in buona sostanza di un test che individua il cancro ben prima di scansioni o biopsie. Un’applicazione fondamentale, dal momento che, com’è noto, il fattore tempo gioca un ruolo decisivo nella diagnosi e quindi nella cura del cancro.
I riceractori del Massachusetts General Hospital di Boston, guidati da Daniel Haber hanno pubblicato già numerosi studi sulle cellule tumorali circolanti e nel 2009 hanno ricevuto per le loro indagini una sovvenzione di 15 milioni di dollari dalla Telethon americana, per la messa a punto del test del sangue.
Altre sperimentazioni di questo tipo sono al via in altri ospedali americani come lo Sloan-Kettering di New York, l’università del Texas, l’M.D. Anderson Cancer Center di Houston e il Dana-Farber Cancer Institute di Boston.

a cura di Italiasalute

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