Maggior trasparenza sulle etichette dei prodotti  dietetici: l’Unione Europea si prepara a riconsiderare la normativa vigente per consentire ai  consumatori una scelta più oculata e consapevole dei prodotti destinati non solo a chi desidera  perdere peso, ma anche a diabetici, celiaci, anziani,  neonati e a chiunque necessiti un’alimentazione  “mirata”. “Si tratta di regolamentare un mercato attualmente molto poco limpido.” , ha affermato John Dali, commissario alla salute dell’UE e principale promotore dell’iniziativa. Ma cosa cambierà, in pratica, sul mercato nazionale e internazionale?

La normativa europea si propone fondamentalmente un obiettivo: cancellare il termine “dietetico” dalle etichette dei prodotti che fino ad oggi sono stati classificati come tali, evitando in questo modo confusione e fraintendimenti in merito al significato stesso del termine “dietetico”, che assume significati e connotazioni marcatamente diverse non solo fra i diversi stati, ma anche nel più ristretto campo del mercato interno. All’atto pratico, gli articoli attualmente denominati come dietetici, verranno trattati alla stregua dei prodotti alimentari comuni, salvo indicazioni orientate a categorie specifiche come i diabetici e lattanti. Il principale lavoro di “pulizia” spetterà alle industrie stesse, che dovranno fornire all’Efsa (l’Agenzia Europea per la Sicurezza degli Alimenti) prove scientificamente attendibili dell’efficacia dei loro prodotti.

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Si tratterà quindi di un passo avanti sulla via di una maggior trasparenza e di una più sensibile tutela degli interessi dei consumatori, una politica condotta secondo una linea morbida che evita accuratamente di allarmare le industrie: l’applicazione della nuova normativa (che verrà ora sottoposta ai ministri dei diversi stati e che dovrebbe entrare in vigore entro il 2015), non comporterà il ritiro dei prodotti attualmente diffusi sul mercato, ma – se mai – una sostituzione di etichette con indicazioni meno aleatorie.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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