L’uso del linguaggio può fare la differenza nel resistere alle tentazioni: è questo il risultato di uno studio americano. Secondo la ricerca, chi respinge i desideri nocivi con le parole “Io non…” seguite dall’azione che non è da compiere, ha più possibilità di successo rispetto a chi dice “Io non posso”.

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Gli autori della ricerca hanno chiarito il concetto con un esempio: resistere alla tentazione di una succulenta fetta di torta. Rispondendo “Io non posso mangiarla”, il soggetto percepisce la rinuncia al dolce come una privazione. Mentre affermare “Io non la mangio” ha una forza ed un significato diversi. Questo approccio al problema segnala a se stessi e agli altri un senso di determinazione e di  forza che rende la strategia più efficace.

Dai risultati ottenuti, gli scienziati hanno infatti evidenziato come rispondere “Io non posso” implichi un chiaro segnale di privazione e di perdita di qualcosa che si ritiene molto desiderabile. Mentre affrontare la situazione potenzialmente pericolosa con un “Io non…” può rendere la propria strategia vincente.

“Sia che si tratti di piatti ipercalorici o di altre cose, l’aiuto per resistere alle tentazioni può essere costituito solo da due parole” affermano i principali autori della ricerca, Vanessa M. Patrick dell’Università di Houston e Henrik Hagtvedt del Boston College, commentandone i risultati.

In uno dei quattro studi eseguiti, i ricercatori hanno verificato il comportamento di 30 donne per 10 giorni. Le partecipanti sono state divise in tre diverse strategie di rifiuto: una generica in cui si resiste alle tentazioni semplicemente dicendo di no; il secondo gruppo è stato costituito dalla strategia dell’“Io non…” e il terzo dalla strategia dell’“Io non posso…”.

Nelle donne scelte per la strategia dell’”Io non…” si è evidenziato un maggiore senso di autonomia, controllo e consapevolezza. E, inoltre, sono stati evidenziati, da parte delle stesse partecipanti, positivi cambi nel comportamento. Una partecipante ha sottolineato di possedere “un rinnovato impegno a sbarazzarsi di quei kg in più”.

Inoltre, questa tecnica ha dimostrato una maggiore durata nel tempo: le partecipanti che l’hanno utilizzata hanno continuata ad usarla anche dopo aver terminato la partecipazione allo studio.

La ricerca completa verrà  pubblicata, tra qualche mese, sul numero di agosto 2012  del Journal of Consumer Research.

 

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Isabella Berardi

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