Per comprendere meglio la portata della situazione italiana, vale la pena di soffermarsi un attimo sui dati emersi alcuni giorni fa, in occasione della giornata Internazionale contro il consumo e il traffico illecito di droga. Secondo un’indagine Eurobarometro del 2011, le nuove sostanze con effetti simili a quelli delle droghe sono sempre più diffuse e utilizzate: il 5% dei giovani europei afferma di averle assunte. Le cifre più alte si registrano in Irlanda (16%), seguita da Polonia (9%), Lettonia (9%), Regno Unito (8%) e Lussemburgo (7%). A livello europeo, nel solo 2012, sono state individuate 73 sostanze psicoattive, rispetto alle 24 del 2009.
Questa sostanze sono sempre più disponibili su Internet e si sono rapidamente diffuse in molti Stati membri, che hanno difficoltà a impedirne la vendita. Vivien Reding, commissario europeo per la giustizia e i diritti dei cittadini, ha espresso preoccupazione per il rapido diffodersi delle droghe sintetiche particolarmente tra giovani al livello EU. Così, le sue parole “la rapida diffusione di nuove sostanze psicoattive è una delle sfide maggiori della politica di lotta contro la droga. Con un mercato senza frontiere interne abbiamo bisogno di norme comuni per affrontare questo problema“.
Contenere il fenomeno di uso e abuso di sostanze stupefacenti è dunque una buona notizia, ma non deve indurre a pensare che la minaccia non spaventi o che i giovani ne siano immuni. “Come Dipartimento continueremo – conclude Serpelloni – a non abbassare la guardia, ma è necessario soprattutto che le giovani generazioni continuano a maturare quella consapevolezza che è andata a espandersi negli ultimi 5 anni e cioè che l’uso di tutte le droghe è da evitare in qualsiasi modo e che spendere soldi per il loro acquisto e il loro uso, oltre che compromettere la salute fisica, mentale e sociale, finanzia direttamente le organizzazioni criminali rendendo compartecipe l’acquirente, delle loro violenze e della loro illegalità“.
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