Giocare all’aperto. Divertimento ludico e sportivo per bambini e adolescenti. 

“Mamma, posso uscire un po’ all’aperto?” Chissà in quante saranno state bombardate da questa domanda alla quale erano costrette a rispondere “no”. Finalmente, però, è arrivato il tempo del “sì” e i giochi all’aperto dopo il Covid, pensati per quest’estate da animatori di feste e sportivi sono davvero tanti dopo i tre mesi di lockdown (scopri qual è il vero significato di lockdown).

Perché sono importanti i giochi all’aperto?

Secondo una ricerca realizzata da Ipsos per Save the Children e Gruppo Mondelēz, che ha coinvolto bambini, genitori, pediatri e nutrizionisti, giocare all’aperto produce una serie di effetti positivi e costruttivi nella vita di un bambino e di un ragazzo: combatte le malattie, facilita la fiducia in sé stessi e la socializzazione spontanea, sviluppa creatività e senso ecologico, aumenta il problem solving e migliora il buon umore. 

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Oggi si sono riscoperti giochi individuali e in squadre per piccoli e adolescenti, che si adattano perfettamente anche alle normative di sicurezza vigente. Andiamo a vedere quali.

Giochi all’aperto, dai classici ai più creativi

I primi ad essere riscoperti sono i giochi all’aperto del passato. Uno su tutti è la bandiera pazza, una variante del classico gioco del fazzoletto. L’animatore, che tiene il fazzoletto, chiama un numero e i due giocatori delle squadre opposte che hanno quel numero, devono correre a prenderlo. Fin qui tutto semplice. La bandiera però diventa pazza quando vengono chiamati due o tre numeri contemporaneamente e quindi i giocatori si devono organizzare per andare a prendere insieme la bandiera, ad esempio mettendo in due le mani a seggiolino, mentre il terzo si siede sopra. 

Un altro è lo spaventapasseri. In questo gioco servono tanti indumenti e ciascun componente della squadra ne indossa uno. I bambini devono scegliere chi tra di loro farà lo spaventapasseri, che si deve mettere ad una decina di metri dagli altri componenti della squadra. Al via, il primo bambino corre verso lo spaventapasseri e, una volta raggiunto, si toglie l’indumento e glielo infila, e così via.  Vince la squadra che riesce a vestire il proprio spaventapasseri per primo.

“Scansa nulla” è un gioco d’acqua all’aperto. Per questo gioco servono dei bicchieri di plastica, riempiti con l’acqua. Si mettono dei bicchieri d’acqua per terra, a distanza sufficiente per camminare in mezzo e formare un percorso. I giocatori dovranno fare tutto il percorso arrivando al traguardo, aiutati dagli incitamenti di quelli che sono intorno. 

Sport all’aperto

Anche il mondo dello sport fa la sua parte con proposte di giochi all’aperto dopo il Covid. Il CSI (Centro Sportivo Italiano) ha dato il via al progetto Cei, Aperto per ferie, in cui spiegano dettagliatamente i giochi da fare, attraverso schede descrittive. Uno davvero originale è quello delle Stelle cadenti, dove i ragazzi devono avvistare e catturare al volo in un sacchetto di carta, il maggior numero possibile di “stelle cadenti”, che sono lanciate da dietro un tendone da uno o due adulti invisibili ai giocatori. Per rispettare distanze giocano contemporaneamente solo due bambini, e ogni singolo giocatore deve stare entro uno spazio delimitato e segnalato per terra. Il gioco è ripetuto più volte, in manche da 60 secondi, per permettere a tutti di partecipare. Nella prima manche il sacchetto può essere tenuto con due mani, nella seconda si usa una sola mano, mentre nella terza bisogna stare fermi sul posto almeno con un piede. 

Il CSI ha avviato anche una sezione intitolata “Safe sport“, con la collaborazione della Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e J-Medical: in questo caso si tratta di adattare le classiche attività sportive come calcio, pallavolo, atletica, danza alle nuove regole del distanziamento sociale.

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Francesco Bia

Francesco Bia

Docente di lettere e aspirante pubblicista. Ho collaborato per sei anni con due settimanali locali scrivendo di attualità, cultura, spettacolo, cronaca e sport. Oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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