Il dry needling, letteralmente tradotto dall’inglese “ago asciutto”, è un trattamento specifico mini-invasivo, che agisce in presenza di contratture muscolari e di sindrome miofasciale per alleviare il dolore dei muscoli e ridurne la rigidità.

La sindrome miofasciale è una tipologia di sindrome dolorosa muscolo-scheletrica e molto spesso le sue cause coincidono con uno stile di vita sedentario, una postura scorretta o un allenamento sportivo eccessivo.

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La ricercatrice medica Janet G. Travell, è stata la pioniera nello studio e nel trattamento del trigger point, o nodi muscolari. Questi nodi sono punti sensibili presenti nei tessuti molli che definiscono la “sindrome del dolore miofasciale“.

Travell, scoprì che il dry needling era efficace quanto l’iniezione di un anestetico locale o di una soluzione salina, al fine di alleviare il dolore. Grazie a questa scoperta, l’uso del dry needling è diventato sempre più diffuso, in particolare nel mondo della terapia fisica e riabilitativa, agendo direttamente sui nodi muscolari.

Il dry needling: come si esegue

La tecnica, si esegue inserendo un ago sottile nella pelle e facendolo penetrare fino al muscolo e ai tessuti connettivi: alcune di queste aree sarebbero normalmente impossibili da raggiungere tramite la terapia manuale.

Gli aghi, che rimangono nella pelle da 10 a 30 minuti, non rilasciano alcun fluido. I loro effetti sono di tipo meccanico, chimico e neurofisiologico.

Il dry needling si può considerare una tecnica terapeudica analoga al blocco anestetico dei “nodi muscolari”. Questa si avvale di aghi utilizzati anche in agopuntura, una medicina complementare cinese, che fa uso dell’inserzione di aghi utilizzata nel trattamento di molte patologie.

I benefici della tecnica

L’azione di questa tecnica terapeutica sul trigger point ha come effetto la riduzione della tensione locale: il dry needling permette di diminuire l’infiammazione, aumentare la vascolarizzazione e stimolare l’ossigenazione della fascia e delle fibre muscolari contratte.

L’effetto della stimolazione del trigger point è il cosiddetto twich response, una rapida contrazione seguita da una sensazione di rilassamento. Così il dry needling diventa un beneficio in caso di mal di schiena, lombalgia, cervicalgia e dolore cronico e produce un effetto vantaggioso per l’emicrania, il dolore articolare relativo a patologie come artrosi e artrite reumatoide.

Le tipologie di dry needling

Ci sono due tecniche principali di dry needling: la stimolazione intramuscolare (IMS) e il dry needling superficiale (SDN).

Nella stimolazione intramuscolare, la pratica prevede che l’ago venga inserito direttamente nel trigger point o nella bandelletta tesa, provocando un sussulto locale (“Local Twitch Response” o LTR). In conseguenza al’LTR , quindi, viene riportata una sensazione di rilassamento.

La tecnica  del dry needling superficiale prevede che gli aghi si inseriscano superficialmente e in direzione, a pochi millimetri nell’area direttamente soprastante del trigger point, attivando alcuni riflessi spinali responsabili del dolore.

I regolamenti che riguardano la pratica terapeutica, cambiano da Paese a Paese: in Italia chi la esegue deve essere un medico, mentre in Svizzera, Stati Uniti, Spagna e Germania, il dry needling è praticato anche da fisioterapisti.

Dry needling: in cosa si differenzia dall’agopuntura?

Per comprendere la sostanziale differenza tra il dry needling e l’agopuntura, è necessario ricordare che il primo è una tecnica, mentre l’agopuntura è una disciplina. Spesso queste due pratiche vengono confuse tra di loro, per via dell’inserimento dell’ago che è molto simile.

L’agopuntura, si basa sui principi della medicina cinese e comporta l’inserimento di aghi in specifici punti distribuiti su tutto il corpo, ristabilendo il corretto fluire dell’energia vitale.

Al contrario, nel dry needling, gli aghi sono inseriti nel trigger point, in modo da sciogliere le tensioni e far sì che  il sangue riprenda a circolare bene nel tessuto. La pratica ha un’indicazione efficace sui disturbi muscolo-scheletrici.

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Mina Del Nunzio

Mina Del Nunzio

Mina Del Nunzio, laureata in scienze della comunicazione e dell'informazione con master in copywriting. Lavoro come blogger e copywriter aziendale. Collaboro con buonenotizie.it e partecipo al laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista.

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