Una grande vergogna avvolge ancora oggi le malattie mentali, alto è lo stigma e molte persone ancora faticano sia a parlarne se sono coinvolte in prima persona, sia ad accettare e non discriminare coloro che ne soffrono. Oggi è la giornata mondiale per la salute e il benessere mentale, un’occasione importante per aprire nuovi orizzonti e affrontare con profondità e determinazione un dolore complesso che affligge tante vite.

Salute mentale, i dati nel mondo

Nonostante i progressi in alcune aree del mondo, le persone con disturbi di salute mentale sono ancora vittime di stigma. Parlare di malattie mentali, significa guardare ad un vasto spettro di difficolta, tra le quali la depressione, i disturbi d’ansia, i disordini bipolari, i disturbi alimentari, la schizofrenia, l’abuso di alcol, droghe e altre sostanze stupefacenti.

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Secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, quasi un miliardo di persone nel mondo soffre di una qualche forma di disturbo mentale che mina il benessere complessivo, una cifra incredibilmente alta e con un trend crescente, che è ancora più preoccupante, se si considera che include circa un adolescente su sette. Nonostante queste cifre, come riportato dall’OMS, la mediana globale della spesa sanitaria pubblica destinata alla salute mentale è inferiore al 2%.

I dati DOXA 2022 in Italia: stigma e passi in avanti

Anche in Italia è confermato il dato relativo ai giovani: le persone tra i 14 e i 24 anni sono la categoria più incline allo sviluppo di disturbi mentali. È quanto emerso dai risultati della ricerca nazionale sulla salute mentale realizzata a settembre 2022 dalla Bva Doxa per il Festival della Salute Mentale RO.MENS per l’inclusione sociale e il pregiudizio.

L’indagine, effettuata su un campione nazionale, con mille casi, ha fornito un quadro sulla situazione attuale. Un dato positivo da evidenziare è che andare dallo psicologo o dallo psichiatra, per il 76% degli intervistati non è qualcosa da nascondere e il 66% degli intervistati si dimostra possibilista sul fatto che la malattia mentale possa essere curata.

Oltre il 70% dei rispondenti poi è concorde sul fatto che “le persone con disturbi mentali non debbano essere isolate in luoghi specifici senza il contatto con le altre persone, ma che anzi debbano vivere insieme alla collettività (79%)” e la grande maggioranza degli intervistati, il 74%, ritiene che le persone con disturbi mentali “abbiano le stesse aspirazioni, desideri, obbiettivi di chiunque altro”.

Tuttavia, stigma e timori sono ancora diffusi, le persone che soffrono di disturbi mentali infatti, “per quasi la metà dei rispondenti rappresentano un pericolo per gli altri, non rispettano le regole sociali condivise e per il 46% non sono in grado di lavorare con un buon livello di autonomia”. La propensione a condividere con altri un disturbo mentale poi è ancora bassa: “il 78% dichiara che ne parlerebbe solo in famiglia, escludendo anche amici e conoscenti e il 22% si vergognerebbe o comunque preferirebbe non parlarne con nessuno”.

Prevenzione, olismo e investimenti educativi

I piani sui quali poter intervenire rimangono molteplici e poggiano sulla necessità di investimenti strutturali che sostengano ad esempio le politiche di prevenzione e una comunicazione organica e capillare che sfondi il muro della paura e del pregiudizio e chiarisca che dalle malattie mentali, come da quelle fisiche, in molti casi si può guarire.

Rispetto a questo secondo punto, la personalizzazione dei piani di trattamento per il benessere mentale gioca un ruolo fondamentale, così come l’apertura a discipline complementari, quali la meditazione, le terapie in natura e il reiki per aiutare le persone a scendere in profondità nel loro sentire, giungere alla radice dei propri disequilibri e poter governare con consapevolezza ogni emozione.

Dialogare con i giovani poi, aumentando gli investimenti educativi sulle tematiche della salute mentale, permetterebbe di sensibilizzare gli adolescenti in una fase di vita delicata, mitigando lo stigma e i rischi di bullismo dei ragazzi che si trovano ad affrontare dei percorsi di cura e aiutando i più diffidenti ad aprirsi e a comprendere, come tutti dovremmo fare che la salute mentale riguarda ognuno di noi, nessuno escluso.

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Giulia Angelon

Giulia Angelon

Mi piace esplorare l’esistenza, osservandone i misteri e sperimentando la forza creatrice che genera l'atto di comunicare quando nasce dall’ascolto e dal dialogo. Per BuoneNotizie.it scrivo di benessere e innovazione in chiave culturale, imparando l’arte di esserci nelle cose con intensa leggerezza.

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