Dal prossimo gennaio in Francia i profilattici saranno distribuiti gratuitamente ai giovani. In Italia sono cinque le Regioni che hanno approvato contraccettivi gratuiti ma secondo i dati del Ministero della salute, le malattie sessualmente trasmissibili sono in aumento. Come intervenire?

Il buon esempio francese: condom gratis per i giovani

A inizio dicembre, durante una sessione del Consiglio Nazionale della Rifondazione (CNR) dedicata alla salute dei giovani, Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica francese, ha annunciato che dal 1° gennaio i preservativi saranno distribuiti gratuitamente ai giovani dai 18 ai 25 anni. Lo schema di sostegno alle spese sulla contraccezione non è una novità in Francia. I profilattici erano già rimborsabili dalla Previdenza sociale e le donne, a partire dai 15 anni, avevano già la possibilità di accedere gratis a tutto l’occorrente per evitare la gravidanza e ridurre il rischio di malattie sessualmente trasmissibili.

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In Italia sono cinque le Regioni che hanno deliberato positivamente per dare i profilattici gratuiti ai giovani: Emilia Romagna, Piemonte, Toscana, Marche e Lombardia dove gli under 26 (under 24 in Lombardia) possono richiedere non solo la contraccezione ma anche una consulenza medica gratuita. Per ottenere i preservativi gratuiti occorre rivolgersi ai consultori, i quali tuttavia spesso non sono in grado di gestire con celerità le richieste.

Secondo il Ministero della Salute le Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST) sono in aumento e la gratuità dei profilattici, estesa in tutte le Regione, dovrebbe andare di pari passo con un piano di educazione alla salute sessuale, come si evince dalle possibili azioni promosse dall’Istituto Superiore della Sanità. Dai dati, infatti, si evince che per contrastare la diffusione delle IST è necessario promuovere attivamente un’educazione sessuale attraverso le “Regole del Sesso Sicuro” che prevedono un uso corretto del condom, una riduzione del numero dei partner sessuali, un consumo consapevole dell’alcool, evitando l’uso di sostanze stupefacenti.

Educazione sessuale nelle scuole

Secondo uno studio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità e riportato da Il Sole 24 ore in un’infografica, la percezione dei giovani di sapere a proposito di sessualità e malattie sessualmente trasmissibili non è così buona come credono. Sono stati intervistati oltre 16 mila ragazzi tra i 16 e i 17 anni iscritti in 482 scuole d’Italia nel 2019. La maggior parte di loro si informa su internet (89%) e solo il 20% ne parla in famiglia.

Troviamo un dato molto positivo nel grafico, alla domanda “Questo metodo contraccettivo protegge da eventuale contagio?” il 95% dei maschi e l’89% delle femmine risponde: preservativo. Al contrario rimane preoccupante il dato sulle malattie e infezioni sessualmente trasmissibili che inquadra quanta poca corretta informazione ci sia tra i giovani. Un adolescente su dieci pensa addirittura che il coito interrotto protegga dalle malattie e il 9% dei maschi e il 7% delle femmine è convinto che fare sesso calcolando i giorni fertili sia sufficiente per proteggersi dalle eventuali malattie sessualmente trasmesse.

I dati sono chiari: oltre a rendere gratuito l’accesso ai profilattici è necessario che l’Italia investa di più sull’insegnamento dell’educazione sessuale, probabilmente a partire già dalla scuola, dove ad oggi ci si limita a momenti brevi durante il corso dell’anno alle scuole superiori.

Ce lo conferma l’unico studio italiano effettuato dal Ministero della Salute in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione nel progetto EduForIST. Nello studio si evidenzia una situazione italiana povera in ambito di educazione sessuale nelle scuole e molto eterogenea.

È necessario quindi mettere in atto, e in tempi brevi, un’azione di contrasto al numero crescente delle IST che fornisca un’adeguata educazione sessuale per il benessere dei giovani.

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Carlotta Vercesi

Carlotta Vercesi

Parlo della nostra società e di come essa comunica. Il mio obiettivo è di scardinare la narrazione catastrofista e di raccontare le buone idee senza dimenticare i piani politici, sociali, economici. Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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