I prodotti galenici rappresentano un utile sussidio alla popolazione, di fronte alla carenza di farmaci sul mercato. La carenza, generatasi a causa del mancato rinnovo di brevetti o di difficoltà nell’approvvigionamento degli imballaggi dei farmaci, spinge i farmacisti a soluzioni di pronta realizzazione. Esiste una sostanziale differenza tra prodotti e preparati galenici: i primi sono farmaci preparati nei laboratori delle farmacie, i secondi sono integratori.

Prodotti galenici: da dove nasce il concetto

I prodotti galenici, nell’accezione comune del termine, sono tutti quei prodotti farmaceutici creati direttamente dalle farmacie che hanno a disposizione un laboratorio. Il paziente, su ricetta medica, si può rivolgere direttamente alla farmacia. L’aggettivo galenico deriva dal nome del medico Galeno, in servizio alla corte dell’imperatore Marco Aurelio (anni 162-166 d.C.).

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Differenze tra prodotti e farmaci galenici

Sebbene, a prima vista, i prodotti e farmaci galenici possano sembrare simili dal punto di vista lessicale e pratico, in realtà esiste una differenza principale. I farmaci galenici sono preparati da un farmacista, a cui vengono commissionati sulla base di una ricetta medica e di un dosaggio personalizzato sulla base delle esigenze del cliente. Il dosaggio è elaborato sulla base della tolleranza ai principi attivi, dei quali è composto il farmaco stesso. I preparati galenici sono equiparabili a integratori, confezionati secondo la farmacopea UE, e si possono vendere senza ricetta. La farmacopea UE è una sorta di codice comune agli stati che fanno parte dell’Unione Europea, che prevede prassi standard nella classificazione e nella preparazione dei farmaci.

Crisi del farmaco tradizionale e ritorno in auge dei prodotti galenici

A gennaio 2023 si è diffusa la notizia della della carenza di farmaci in Italia. L’Aifa, l’Agenzia Italiana del Farmaco, aggiorna periodicamente un elenco di farmaci carenti, per i quali la disponibilità è scarsa oppure esistono difficoltà di approvvigionamento. L’ultimo aggiornamento riporta ben 3213 farmaci. Gli strascichi della pandemia da Covid-19 e la stagionalità delle malattie a diffusione virale hanno alzato l’asticella della soglia psicologica. In realtà, la carenza di alcuni farmaci è dovuta a fattori di vario genere. In primis, a fattori commerciali: circa 400 prodotti non saranno più commercializzati a partire dal 2023. Altra motivazione è legata a problemi produttivi, inerenti la guerra in Ucraina, che comporta difficoltà nell’approvvigionamento di materie prime.

Di fronte a questa situazione particolare, la soluzione a portata di mano è quella di ricorrere ai farmaci equivalenti o generici. I farmaci generici presentano la stessa tipologia di principio attivo e la stessa posologia (ovvero, modalità di somministrazione) rispetto al farmaco “tradizionale” ma sono liberi da brevetto. In Italia, la copertura brevettuale dura 38 anni, nel resto dell’UE 20. Il vantaggio del farmaco equivalente è quello di avere un prezzo più basso rispetto al farmaco “di marca”, proprio perché non coperto da brevetto.

Cosa fare quando un farmaco è mancante

L’Aifa ha pubblicato un pacchetto di linee guida per gestire la carenza di farmaci sui banchi delle farmacie. Se il farmaco è presente nell’elenco dei farmaci carenti, consiglia di propendere, dapprima, per l’utilizzo di un’alternativa generica, di concerto con il medico curante. Successivamente, si valuta se importarlo dall’estero, concedendo apposite autorizzazioni alle Asl territorialmente competenti.
Se, invece, il farmaco non è presente nell’elenco dei farmaci carenti, l’approvvigionamento è demandato al farmacista, che dovrà contattare i grossisti di zona. In caso di scarsa o nulla reperibilità presso i grossisti, i farmacisti o i pazienti dovranno aver cura di segnalare la carenza alle farmacie regionali, a mezzo pec.

L’Ecommerce in soccorso dei pazienti

La tecnologia arriva in soccorso di coloro i quali abbiano necessità di acquistare farmaci OTC (over the count, termine inglese tecnico per indicare i farmaci da banco) e specifici. Numerose farmacie hanno aperto un ecommerce, tramite il quale ampliano la portata commerciale e consentono agli internauti  di acquistare prodotti di scarsa reperibilità. Registrandosi sui siti di ecommerce farmaceutico e inserendo il proprio codice fiscale, si ottiene lo scontrino valido ai fini delle detrazioni, proprio come in un negozio fisico. L’unica carenza alla quale il negozio online non può sopperire, al momento, è il piacere delle chiacchiere col farmacista di fiducia. Il farmacista conosce i suoi clienti-pazienti, sa come conquistarli e come curare malanni di stagione con farmaci o mal d’animo, con una parola o con un gesto.

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Donatella Bruni

Donatella Bruni

Mi occupo di economia, lavoro e società, con uno sguardo alle dinamiche del lavoro, ai consumi e ai cambiamenti della società (fisica e digitale). Aspirante pubblicista, scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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