Cuba alla ricerca del vaccino

Da marzo 2020 un gran numero di paesi si è attivato nella ricerca al vaccino per il coronavirus. Fra questi Australia, Cina, Israele, Russia, Germania, Italia e Cuba. La piccola isola caraibica, simbolo di rivoluzionari e Cadillac che si inerpicano su panorami paradisiaci, potrebbe detenere il primato nella scoperta al vaccino segnando la rivincita del Sud America.

Soberana, il nome del vaccino cubano, primo e secondo tempo

Nel marzo 2020 fu sperimentato un primo vaccino molecolare: Soberana 1. Il nome indica Sovranità, un auspicio al primato che si potrebbe raggiungere a livello internazionale. Con un discorso di incoraggiamento ai suoi medici, il presidente Miguel Diaz-Canel ha definito questo lavoro una questione di sovranità nazionale.

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Ad oggi, in seguito ad una riposta immunitaria soddisfacente su test effettuati su animali in laboratorio, medici e ricercatori stanno lavorando incessantemente per sperimentare Soberana 2.

La Isla di Fidel è pronta per una nuova revoluciòn, questa volta medica, che la potrebbe portare ad ottenere un primato sulle altre potenze mondiali e una nuova luce sul Sud America.

Il Paese con l’embargo più lungo della storia, ben 58 anni, si sta rivelando uno dei concorrenti più temibili per la scoperta del vaccino. Alcuni stati sudamericani, fra cui il Cile e il Venezuela, hanno elogiato l’operato dei medici cubani e riaffermato alleanze e preferenze. Nicolas Maduro, già nell’aprile 2020, aveva fortemente pubblicizzato il primo test con Soberana 1, definendo Cuba “un paese del terzo mondo da prendere come esempio nella ricerca”.

Nonostante ciò, il Venezuela si rivela ambivalente, optando per il vaccino russo Spuntik V e dando alcune informazioni fittizie sulla scoperta di un vaccino venezuelano.

Resilienza ed esempio per il Sud America

Intanto il Paese si muove con grande abilità nel contenere i casi, con dei lockdown isolati, coinvolgendo tutti i settori lavorativi. A Cuba, la ricerca al vaccino procede silenziosamente e rapidamente. Un esempio di grande resilienza e umiltà, senza sbandieramenti di notizie sensazionalistiche o accentratrici. Un Paese che, in un Sud America in ginocchio di fronte all’incremento dei casi, è rimasto in piedi.

In un’intervista del 19 ottobre 2020, redatta dal giornale nazionale Granma a Vincente Vérez, direttore dell’istituto di ricerca Finley di Vacunas sono emersi dati incoraggianti. Il gruppo di biotecnologia e industria farmaceutica, BioCubaFarma, ha iniziato a sperimentare nuovi trattamenti, per avere più risposte. I vaccini, poi, saranno gratuiti per ogni cubano e integrati nell’assistenza sanitaria di base.

In attesa del primato

Si pensa a una risposta nel mese di dicembre e a un risultato nei primi mesi del 2021. Se Cuba dovesse davvero riuscire in questa corsa a la victoria, potrebbe cambiare la sua immagine e farsi strada verso una nuova apertura e considerazione globale, che in questo momento non è ancora avvenuta. Il mondo attende trepidante i prossimi sviluppi.

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Erika Mattio

Erika Mattio

Erika Mattio, giornalista, autrice, archeologa, antropologa, viaggiatrice, dottoranda in Antropologia fra Madrid e Venezia. Ho studiato a Istanbul e Mashhad per poi intraprendere spedizioni in Medio Oriente e in Africa. Scrivo per BuoneNotizie.it e sono diventata pubblicista grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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