E’ finalmente in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale il decreto che stabilisce regole più severe contro le sofisticazioni alimentari. Questo il tratto saliente del testo del provvedimento: “gli operatori del settore alimentare e dei mangimi, i quali, essendo a conoscenza che un alimento o un mangime o un animale da loro importato, prodotto, trasformato, lavorato o distribuito, non più nella loro disponibilità, non è conforme ai requisiti di sicurezza, non attivano le procedure di ritiro degli stessi, sono soggetti al pagamento di una sanzione amministrativa pecuniaria da 3.000 euro a 18.000 euro”.
D’altronde le istituzioni non potevano rimanere insensibili di fronte ad un problema tutt’altro che trascurabile, come testimoniato anche dal rapporto di Legambiente relativo al 2005: un preoccupante 21% di casi rispetto al 2003. OGM, ormoni, coloranti, fertilizzanti, cozze allevate in acque nere, etichette contraffatte: un corollario fin troppo ampio a cui le Forze dell’ordine cercano di porre un freno. Nell’ultimo anno sono state pari a 4.474 le infrazioni penali accertate e ben 20.856 quelle amministrative, 925 le strutture chiuse per motivi di salute pubblica e 360 quelle sequestrate dai carabinieri, mentre il valore delle merci sequestrate dai Nas ammonta a 101.655.295 euro. Formaggi, olio e uova i prodotti finiti maggiormente sotto la rete di ingrandimento delle indagini.
Un’azione repressiva efficace e mirata, ma insufficiente se produttori, commercianti, e consumatori non verranno sensibilizzati attraverso un’efficace campagna informatica che ponga l’accento sull’esigenza di una maggiore trasparenza.