Società

Al via nuove campagne contro anoressia e bulimia

Dopo l’appello lanciato dalla Melandri agli stilisti italiani già nel 2006, pochi giorni fa, il ministro torna a discutere insieme con il ministro della salute Livia Turco dell’allarme anoressia – bulimia, disturbi alimentari divenuti vere e proprie piaghe sociali. L’1% della popolazione italiana soffre di anoressia, il 5% di bulimia, l’8% presenta disturbi alimentari e il 15% comportamenti a rischio, senza considerare i casi sommersi.

Gli ideali estetici proposti con insistenza dall’universo mediale, dal mondo della moda, hanno forti ripercussioni sull’immaginario collettivo: il controllo del peso è diventato una vera mania, non solo per le donne, ma anche per gli uomini.

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Numerosi studi hanno palesato che atteggiamenti di rifiuto del cibo o di uso dello stesso come “compensazione”, diventano sempre più frequenti e comportano danni psico-fisici, con effetti a volte letali. La necessità di rafforzare il ruolo delle istituzioni in questo senso, affiancando le tante associazioni che si battono per queste problematiche era già stata avvertita in precedenza sia dalla Turco che dalla Melandri, che lo scorso settembre 2007 avevano firmato un protocollo d’intesa. L’idea era quella di un futuro disegno di legge.

Ora ci sono finanziamenti per un totale di un milione di euro ed il piano volto ad intervenire in questa direzione può finalmente partire.
Sono previste campagne di sensibilizzazione di informazione e di educazione nelle scuole perché i bambini non si rifacciano a modelli sbagliati. Ancora per contrastare quella esasperata magrezza spesso considerata il passe-partout del successo sociale e relazionale, si interverrà negli ambienti più a rischio come quello della moda che oltre a celare vittime, fornisce modelli sbagliati cui rifarsi.

Per questo “sarà istituita – afferma la Melandri – una commissione di vigilantes, concordata con la Camera nazionale della moda, che controllerà il rispetto di certe regole”. A queste “best practices” saranno sommate opere di consultazione, prevenzione sociale e cure vere e proprie.

Al progetto in fase di attuazione prenderanno parte organizzazioni di volontariato istituzioni e strutture opedaliere pubbliche e private.

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Mariateresa Scardino

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