Società

Better Place: finalmente liberi dal petrolio?

Wired, un famoso mensile americano che tratta di come la tecnologia influenzi la cultura, l’economia e la politica, ha dedicato la copertina del suo ultimo numero a Shai Agassi (nella foto) con questo titolo: “Il piano di un uomo audace per cambiare il modo di guidare del mondo”. Il suo piano consiste nella creazione di un network di auto elettriche autonome che usino la tecnologia già disponibile nel mercato, con l’obiettivo di assicurare un trasporto sostenibile, indipendenza energetica globale e libertà dal petrolio.

Per il progetto “Better Place”, di cui Agassi è fondatore e amministratore delegato, c’era bisogno di intervenire ora, con la tecnologia a disposizione. Produrre motori ad idrogeno con celle a combustibile è considerata ancora troppo latente, mentre le macchine ibride non sono considerate come una vera e propria alternativa in quanto basano, anche se in una minore quantità, il loro uso sul petrolio e quindi non ci rendono indipendenti da esso.

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Better Place insieme a partners di tutto il mondo – come costruttori di auto, fabbricanti di batterie, compagnie di energia e governi – ad oggi ha già la capacità di costruire un network di auto elettriche. Il sistema si basa su colonnine di ricarica, da collegare alle batterie elettriche dell’auto, in zone strategiche come posti di lavoro, parcheggi, ristoranti o abitazioni, in modo da fornire una costante ricarica per le batterie e garantire un’autonomia di circa 160 km.
Quando vengono effettuati viaggi più lunghi di 160 km apposite aree di servizio assicurano un cambio di batteria; queste aree, completamente automatizzate, assicurano un cambio di batteria rapido (più veloce di un normale pieno di benzina) e senza dover scendere dall’automobile.

Better Place cerca in questo modo anche di risolvere il problema dell’energia rinnovabile perduta in quanto non immagazzinata, sfruttando i momenti in cui vi è un surplus di produzione come nelle ore serali per accumulare l’energia nelle batterie.

Israele e Danimarca hanno già affermato che parteciperanno al progetto e sono le prime due nazioni ad aderire sebbene per motivi diversi: politici (non dipendenza dal petrolio nel primo caso) e di politica energetica (elevata dipendenza da energia eolica nel secondo). Ora sono ben accetti tutti gli altri paesi che vogliano fare parte di questo vantaggioso progetto nel quale sono direttamente coinvolte anche la Renault e la Nissan, che ovviamente forniranno le autovetture.

Naturalmente tutto ha un senso fino a quando l’elettricità viene prodotta con fonti rinnovabili, ed è proprio questa la direzione – visto che per quanto riguarda la fase dell’uso una soluzione è stata ora trovata – che i vari governi dovrebbero seguire.

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Giulia Bruno - YesLife

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