Società

Obama: al via un maxipiano per le infrastrutture

Che il presidente eletto degli Stati Uniti Barack Obama fosse un leader moderno e avesse una particolare propensione per l’utilizzo dei nuovi media, delle nuove tecnologie e in particolare del web 2.0 si sapeva, e lo testimonia l’innovativa e insolita strategia comunicativa su cui ha fondato la sua campagna elettorale. Quello che, invece, non si sapeva è quanto emerge dal discorso radiofonico settimanale del Partito democratico che ha tenuto nei giorni scorsi. Anche Obama, come Roosvelt, ha in mente un suo “New Deal”: un maxipiano d’infrastrutture per far fronte alla incessante crisi economia Americana. I punti di forza? Banda larga, risparmio energetico, nuovi posti di lavoro e ottimizzazione del sistema sanitario.

“Più internet per tutti”, sembra questo il messaggio lanciato dal neo-presidente americano che in campagna elettorale aveva più volte ribadito la necessità di investire ingenti risorse nella scuola e nell’educazione. Secondo Barack Obama va, infatti, “accresciuta la possibilità d’accesso a internet grazie alla banda larga” in modo che chiunque possa connettersi. E’ per questo che l’installazione di computer e la presenza di internet in ogni aula scolastica e l’efficienza energetica sono tra i punti essenziali della sua politica di rinnovamento dell’istruzione.

Anche il risparmio energetico e la tutela dell’ambiente sono parole chiave del suo progetto. Già lo scorso novembre a Beverly Hills durante il “Governors’ Global Climate Summit”, come nel corso di un’intervista rilasciata al network televisivo Abc, Obama aveva dichiarato di “Voler far diventare verde la casa bianca”. Tra gli obiettivi da conseguire nell’immediato: “Rendere gli edifici pubblici più efficienti dal punto di vista energetico, rimpiazzare vecchi impianti di riscaldamento e installare lampadine a basso consumo negli edifici federali”; scelte che “farebbero risparmiare miliardi di dollari ai contribuenti e creerebbero nuovi posti di lavoro”.

Fondamentale anche e soprattutto la creazione di nuovi posti di lavoro. Il nuovo futuro inquilino della Casa Bianca ha chiesto al suo nuovo staff di mettere a punto un piano per creare circa 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2011. “Ulteriori posti di lavoro -continua Obama- deriveranno dal maggiore investimento nelle nostre infrastrutture nazionali dai tempi della creazione del sistema autostradale federale negli anni 50″. Il piano prevede finanziamenti federali per gli Stati che “dovranno impiegarli efficacemente ed efficientemente riparando strade, ponti e infrastrutture” pena la loro perdita.

Da ultima, ma non per importanza, la riforma del sistema sanitario, uno dei talloni d’Achille della politica statunitense. Obama aveva spesso affermato di voler modernizzare le “health information technologies” e rendere la sanità “più accessibile” per tutti gli americani. Ed è proprio dall’utilizzo di tecnologie mirate al risparmio energetico e dall’informatizzazione dei dati di tutti i pazienti che parte questa politica di risanamento. Per risolvere questo nodo nevralgico il neo-presidente torna ad affidarsi alle paroline magiche di web 2.0 e social network. Nel suo nuovo sito web (http://change.gov) è stato creato un apposito blog che ha già coinvolto il parere di migliaia di persone nel dibattito sull’assistenza sanitaria pubblica. Una vera e propria piattaforma di coinvolgimento degli stakeholder ed insieme un perfetto esempio di democrazia partecipativa.

Magnifiche sorti progressive a stelle e a strisce? Lo sapremo solo dopo il 20 gennaio 2009, data in cui Obama assumerà ufficialmente l’incarico di presidente degli Stati Uniti.

Mariateresa Scardino

Mariateresa Scardino

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