Società

21 marzo: Giornata mondiale contro il razzismo

“C’è un’intera generazione che crescerà dando per scontato che il più importante ufficio al mondo è occupato da un afroamericano. Questa è una cosa radicale. Cambia il modo in cui i bambini neri guardano a se stessi e cambia anche il modo in cui i bambini bianchi guardano ai bambini neri”. Sono le parole pronunciate 44° presidente degli Stati Uniti Barack Obama il 20 gennaio 2009, giorno del suo insediamento alla presidenza degli Usa, a far sperare che oggi per “la Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali” sia un compleanno diverso da tutti gli altri!

Istituita nel 1966 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Giornata internazionale per l’eliminazione delle discriminazioni razziali” è un modo per non dimenticare i fatti di Sharpeville, quelli del 21 marzo 1960. Una data che oltre a ricordare il periodo di massima intensità delle proteste popolari contro la politica dell’apartheid, lascia impressi i segni del regime segregazionista: fu in quel giorno che la polizia sudafricana aprì, infatti, il fuoco su una folla di dimostranti, uccidendo 69 delle persone che stavano pacificamente manifestando contro la divisione e discriminazione razziale. Una giornata di riflessione mondiale per ricordare anche Nelson Mandela e Martin Luther King che hanno dedicato tutta una vita alla lotta contro l’apartheid, alle battaglie dei neri per i diritti civili, alla lotta per l’indipendenza. L’anniversario vuole essere un modo per non dimenticare il massacro di Shaperville che l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay definisce “una delle più grandi tragedie mai avvenute”. Ci sono ancora milioni di persone vittime di discriminazioni razziali ed è importante iniziare col dimenticare termini come razzismo e xenofobia.

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Diverso l’approccio di Ban Ki-Moon, segretario dell’ONU, che mentre cita il primo articolo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani “tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”, punta il dito contro tutti: ognuno si assuma le proprie responsabilità ed agisca bene perchè è la responsabilità congiunta, individuale e collettiva a creare i presupposti per una società equa
giusta.

Intanto mentre l’elezione di Barack Obama sembra dare un volto al “sogno”di Martin Luther King, aspettiamo di vedere che succede il prossimo aprile 2009. Solo dopo la “Revisione della Conferenza Mondiale di Durban” (20- 24 aprile 2009) sapremo infatti se e quanti progressi abbiamo fatto dalla lontana Conferenza Mondiale di Durban del 2001 e se, come desiderava Nelson Mandela, stiamo veramente andando verso quell’ideale “società libera e democratica nella quale tutti possano vivere uniti in armonia e con uguali possibilità”.

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Mariateresa Scardino

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