Società

Nasce l’osservatorio dell'economia sociale

Incentivare l’imprenditorialità sociale ed ottimizzare la conoscenza del settore non-profit, ovvero organizzazioni di volontariato, cooperative e imprese sociali che operano sul territorio e restano spesso nell’oblio, sono solo alcuni degli obiettivi che si propone l’Osservatorio di Economia sociale. Ad ospitare l’osservatorio sull’economia sociale è per prima la regione Emilia Romagna, grazie ad un protocollo d’intesa siglato dal Forum del terzo settore e Unioncamere regionali, primo adattamento locale di un’intesa già stretta a livello nazionale.
“L’osservatorio, gestito da Unioncamere insieme ad Aiccon (Associazione italiana per la promozione della cultura della cooperazione e del non-profit) controllerà e monitorerà tutto quanto avverrà in termini di economia sociale producendo un report annuale. Il fine è dare la giusta visibilità ad un virtuoso entourage che “produce lavoro, ricchezza e soprattutto valori e benessere per tutta la comunità”, ha spiegato il portavoce del Forum Giovanni Melli.

Le realtà cui si riferisce il protocollo sono variegate (il protocollo è formato dalle oltre 700 cooperative sociali presenti nella regione, a cui si affiancano circa 2700 organizzazioni di volontariato e più di 2000 organizzazioni di promozione sociale) che operano in ambiti differenziati che vanno dalla fornitura di servizi socio-assistenziali, sanitari ed educativi, tutela di persone svantaggiate e salvaguardia dei diritti umani, inserimento lavorativo, fino alla valorizzazione del patrimonio ambientale e dei beni culturali.

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Un protocollo che non è cosa da poco e che rileva una maggiore apertura e un dichiarato riconoscimento del Terzo settore come soggetto attivo, dinamico e impegnato sul territorio al pari degli altri organismi istituzionali.
Il Forum del Terzo settore ingloba infatti al suo interno oltre 100 organizzazioni nazionali di secondo livello con oltre 500.000 sedi su tutto il territorio nazionale e, come si legge sul sito (www.forumterzosettore.org) si pone obiettivi di non facile realizzazione come la “rappresentanza sociale e politica nei confronti di Governo ed Istituzioni, il coordinamento e il sostegno alle reti interassociative, di comunicazione di valori, progetti e istanze delle realtà organizzate del Terzo Settore”.

La partnership con un ente pubblico di grande spessore come Unioncamere (che cura gli interessi generali delle Camere di Commercio italiane nei confronti di tutti gli interlocutori istituzionali a livello locale) consentirà di conciliare insieme elementi apparentemente antitetici ma in realtà complementari come la libertà di mercato e valori quali qualità della vita, equità, responsabilità, giustizia sociale, sussidiarietà e sviluppo sostenibile”. Si va insomma verso un modello che, senza esagerare, si potrebbe definire di economia sociale, come, lo scorso 18 luglio a Bologna, non ha mancato di sottolineare presidente di Unioncamere Andrea Zanlari.

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Mariateresa Scardino

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