Il tempo è denaro, ma non solo. Si potrebbe racchiudere in questa frase lo scopo della terza giornata nazionale del Coordinamento Banche del tempo tenutosi lo scorso 2 ottobre a Milano. Non solo scambio di beni e servizi, ma inclusione sociale, relazioni, integrazione culturale: questa è in sintesi la dichiarazione stampa di Grazia Pratella, presidente del Coordinamento di Milano e provincia.

Sono circa 200 le banche del tempo iscritte al coordinamento nazionale. Un trend in aumento che evidenzia i nuovi bisogni di una società che cambia con la crisi economica e sociale. L’espansione degli ultimi anni si è registrata in modo disomogeneo, l’ incremento considerevole riguarda le aree geografiche dove si fanno più deboli i legami sociali e famigliari. Solo tra Milano e provincia si contano 47 banche.

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A fronte di una diminuita disponibilità da parte di persone che impiegano molto tempo sul lavoro e con orari spesso caratterizzati dalla chiamata improvvisa, aumentano le richieste da parte di chi ha subito maggiormente gli effetti della crisi, dei precari, degli immigrati.

Le prossime sfide del Coordinamento saranno rivolte all’inclusione sociale di queste persone a rendere più omogenea la presenza delle banche sul territorio.

Le banche del tempo fondano la propria mission sulla capitalizzazione delle risorse orarie nell’ambito di un contesto inclusivo e solidale. Rappresentano l’altra faccia della medaglia di una società più chiusa e individualista, che vede sfilacciare le relazioni e aumentare interessi di profitto.

Questa dinamica del dare e avere in forma gratuita trova spazio in un welfare più leggero, indebolito dalle accelerazioni economiche e dai tagli finanziari.

L’azione dell’associazionismo solidale diventa più consistente e sarebbe opportuna un’attenta valutazione politica per valorizzare al massimo le potenzialità.

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Pasquale La Torre

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