Aumentano le badanti italiane e con loro la professionalizzazione.

 

Gli Italiani invecchiano: è una realtà di fatto. Le statistiche parlano chiaro, il nostro paese è il secondo più anziano al mondo dopo il Giappone. Da tre anni a questa parte la popolazione italiana sta diminuendo di circa 100.000 persone l’anno, con un parallelo forte incremento della componente anziana. Giusto per capirci attualmente si registrano 168,7 anziani ogni 100 giovani: il panorama demografico sta cambiando in direzione di un contesto molto diverso rispetto ad oggi. Una società caratterizzata da nuove problematiche ma anche dall’emergere di nuove soluzioni e di opportunità inedite.

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In questo senso, molti dei nodi che ci troveremo ad affrontare incidono già sulla nostra realtà di tutti i giorni e ruotano intorno al tema della badante: una figura sempre più cruciale per le famiglie italiane. Sui problemi che sorgono ogni giorno a questo proposito, abbiamo intervistato Francesco Lorenti, CEO e founder di Assistenza Doc, rete che conta 36 centri di assistenza in tutta Italia rivolti al supporto di anziani, malati e disabili. Ciò che emerge nel corso dell’intervista, è un’ottica densa di chiaroscuri, all’interno della quale i problemi legati all’invecchiamento della popolazione sono letti in una prospettiva orientata a mettere in luce le soluzioni.

Ciò che Lorenti sottolinea in primis è un radicale cambiamento dell’identikit della badante tipo. Quello che emerge, infatti, è un totale ribaltamento di luoghi comuni che siamo abituati a dare per scontati: “La professione di badante è in crescita proprio perché la richiesta è cresciuta: nell’ultimo anno, tramite la nostra rete, abbiamo registrato un incremento del 6% al nord, mentre al sud e al centro del 9%” spiega Lorenti mettendo in evidenza come la professione sia in rapida espansione, mentre rispetto al profilo nazionale delle badanti sottolinea:“Non si tratta più solo di straniere che  non possono ambire ad altri lavori per mancanza di qualifiche. Dal 2013 a oggi la crescita delle badanti italiane è stata di circa il 26% ed è in continuo aumento. Chi si rivolge a me per trovare un impiego sono per la maggior parte donne divorziate con figli grandi. Ma iniziano ad arrivare molte richieste da parte di donne sposate il cui marito è rimasto senza lavoro e, complice anche l’età, fatica a trovare un nuovo impiego. Quindi entra in gioco la donna che si reinventa un lavoro in un settore in forte crescita”.

Insomma, stiamo parlando di personale che si specializza sempre di più, di una figura professionale che rappresenta sempre più spesso un’opportunità lavorativa per le stesse donne italiane e una soluzione sempre più affidabile per i pazienti. La badante diventa sempre più spesso OSS (Operatore Socio Sanitario): una figura inquadrata in un profilo preciso e dotata di competenze specifiche… il che non significa, ovviamente, che i problemi non ci siano. Non sempre la badante risulta affidabile: come fare in questo caso? Come si fa a evitare brutte sorprese? Quello che propone Lorenti è una sorta di pratico vademecum in tre punti.

  1. Meglio diffidare dei social network o degli annunci su giornali: contesti privi di filtri, gettonatissimi da personale non selezionato e privo di esperienza.
  2. Evitare il passaparola. I consigli degli amici possono andar bene per l’acquisto di un oggetto: per quanto riguarda la selezione di una persona a cui, di fatto, affideremo i nostri cari, la scelta va fatta necessariamente in base a criteri meno soggettivi.
  3. Non andare al risparmio. Diffidate di chi propone prezzi troppo bassi. Una badante non fa volontariato: è una professionista che vive del suo lavoro. La professionalità si paga (il giusto) così come l’affidabilità. Quello che all’inizio può sembrare un prezzo vantaggioso rischierà di diventare in seconda battuta la causa di un ulteriore esborso di denaro.

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