Buone notizie secondo l’Eurostat in tema di felicità. Se è vero che spesso ascoltiamo nei telegiornali, o leggiamo sui giornali cartacei o, più in generale, nei vari media notizie catastrofiche di disordini sociali e delusioni che caratterizzano l’Europa, in realtà gli europei intervistati hanno espresso un buon livello di soddisfazione e felicità.

Nonostante la crisi e l’instabilità, infatti, ci sentiamo molto più felici ora di quanto non lo fossimo 5 anni fa. È questo il risultato a cui è venuto a capo l’Eurostat con il suo ultimo report del 2018, che ha coinvolto e intervistato i cittadini del Vecchio Continente.

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Certo, non tutti i Paesi europei si sono sentiti felici allo stesso modo: infatti, Bulgaria, Croazia e Grecia, non si sono dichiarate così tanto soddisfatte; eppure, nonostante questo, hanno sostenuto di essere più felici rispetto a 5 anni fa.

I particolari della ricerca dell’Eurostat sulla felicità

La ricerca dell’Eurostat sulla felicità ha messo in evidenza anche la correlazione esistente tra il livello di soddisfazione da una parte e la ricchezza, l’età e l’istruzione dall’altra. In buona sostanza, si è scoperto che il grado di soddisfazione dipende proprio da questi ultimi tre elementi. Inoltre, solo il 30% degli ultra-settantacinquenni si è espresso non così tanto soddisfatto della vita, e soltanto l’11% dei giovani si dichiara insoddisfatto. Sempre secondo l’Eurostat, il tenore di soddisfazione è aumentato in tutti i Paesi d’Europa ad esclusione della Lituania, Svezia e dei Paesi Bassi; mentre gli europei più felici vivono in Svizzera, Norvegia, Finlandia e Austria. Comunque, in tutti e 28 i Paesi europei, usando una scala da 1 a 10, il grado di appagamento nel 2018 è salito a 7,3, quando nel 2013 era pari a 7.

In più, il 20% degli europei maggiormente benestanti ha affermato di sentirsi più felice rispetto ai più poveri, con quasi un punto in più di soddisfazione rispetto a questi ultimi (cioè 7,8 contro 6,6). Ma, non dobbiamo dimenticarci che rispetto al 1981 siamo diventati tutti molto più ricchi, compresi i poveri.

Ma non finisce qui. Perché grazie a questa ricerca dell’Eurostat è emerso che coloro i quali possiedono dei titoli di studio si dichiarano più soddisfatti, con un punteggio superiore rispetto alla media. Andando più nello specifico, per chi possiede un’istruzione universitaria la valutazione media è superiore quasi di un punto rispetto a chi ha conseguito solo il diploma di scuola secondaria superiore. Un incentivo, tra l’altro, a proseguire gli studi.

Rispetto al 2015 sono aumentati altri due livelli di soddisfazione e felicità. Infatti, rispetto alla propria situazione finanziaria nel 2018, in una scala da 1 a 10, è stato registrato un aumento della soddisfazione giunta a 6,5 punti (quando nel 2015 era pari a 6 punti). E ad aumentare è anche il grado di soddisfazione nelle relazioni interpersonali che passa dal 7,8 del 2013 al 7,9 del 2018. Aumenti, magari, non così tanto clamorosi ma che mostrano comunque un’inversione di tendenza, più positiva e costruttiva.

Ancora una conferma che, nonostante tutto, viviamo nell’epoca migliore di sempre

In linea con la ricerca dell’Eurostat sulla felicità, agli intervistati è stato inoltre domandato quanto spesso siano felici: oltre il 60% di loro ha sostenuto che nel mese precedente l’intervista è stato felice per tutto il tempo. O quasi. In entrambi i casi per un periodo di tempo ben superiore di quanto ci aspetteremmo, data la mole di notizie negative (tensioni sociali e proteste) propinateci dai vari media.

Ancora una volta la vita nell’epoca contemporanea è molto più positiva rispetto a quella che percepiamo. E, infatti, viviamo nell’epoca migliore di sempre, parola di Steven Pinker. Anche perché non solo viviamo più a lungo, non solo abbiamo una maggiore prosperità ma viviamo anche più in salute come mai prima d’ora. Utopia? No, è realtà.

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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