La qualità della vita migliora sempre di più. Sono innumerevoli, infatti, i progressi realizzati in vari campi, come quelli nel lavoro, che hanno portato all’aumento della ricchezza globale. Certo, potremmo facilmente obiettare che tutto questo progresso ha portato con sé un lato negativo: il consumismo. Il che da una parte è vero; ma dall’altra lo sviluppo ha concesso la libertà e la possibilità di permettere lussi – anche se apparentemente frivoli – a un numero sempre maggiore di persone. Lo scopo del progresso, infatti, è quello di darci la libertà di fare scelte, avendo anche la possibilità di acquistare ciò che più vogliamo.

Ma cerchiamo ora di capire perché si è potuta verificare questa situazione e quali sono i progressi più importanti della nostra epoca.

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Le possibilità della modernità per una migliore qualità della vita

La nostra natura ci ha concesso una serie di possibilità per realizzare noi stessi e per soddisfare i nostri bisogni: dalla salute alla conoscenza, dall’alfabetismo alla sicurezza, dalla partecipazione politica alla libertà di esprimere i nostri pensieri e opinioni. Ebbene, la modernità non solo ci permette di soddisfare queste necessità ma anche altre che sono diventate sempre più necessarie man mano che le precedenti venivano soddisfatte. Stiamo parlando della libertà di godere della natura, del gioco e dell’opportunità di capire come rendere la propria vita appagante e sentirsi, così, autenticamente e pienamente vivi.

Pertanto, già il solo fatto che per ognuno di noi esistano tante possibilità in più di realizzazione (indipendentemente su quali tra di esse puntiamo di più) rappresenta il raggiungimento più importante del progresso. In poche parole, se per molti economisti l’indice di misura della qualità della vita ricorre a soli due parametri, cioè la longevità e il livello di ricchezza, la modernità ci ha dato la possibilità di misurare la qualità della vita inserendo questi ulteriori indici. Che, attualmente, sono tutti a livelli molto più alti di come tendiamo a percepirli.

Il tempo di lavoro diminuisce, mentre aumenta quello per sé stessi e per le vacanze

I regali dello sviluppo non si limitano solo alla possibilità di soddisfare una serie di opportunità in più rispetto al passato. Perché il progresso ha ridotto le ore lavorative per guadagnarci da vivere e, come conseguenza di ciò, ci ha concesso (e continua a concederci) molto più tempo per dedicarlo a noi stessi. Infatti, da una media di 66 ore lavorative a settimana nell’Europa occidentale siamo passati alle 34 di oggi: ben 28 ore lavorative in meno! In questo modo il tempo così recuperato lo possiamo utilizzare come più ci piace. Inoltre, il progresso ha reso possibile quella che prima era un’utopia vera e propria: le ferie retribuite.

Spesso, poi, ci capita di dire che abbiamo sempre troppo poco tempo (da dedicare a noi stessi e alla famiglia) rispetto a quello che vorremmo, tra un impegno lavorativo e un altro, tra un messaggio e un altro, tra uno smartphone e un altro. Ma si tratta solo di una sensazione. Già, perché non bisogna dimenticare il contesto in cui si svolge tutto ciò, un contesto in cui abbiamo un giorno in più di riposo settimanale rispetto al passato. Inoltre bisogna considerare che, almeno in America, dal 1960 in poi il numero di pasti consumati insieme alla propria famiglia non è cambiato granché; senza dimenticare che nel XX secolo i tipici genitori americani hanno trascorso più tempo con i propri figli.

La pensione, un altro dono sottovalutato del progresso

La modernità e il progresso ci hanno concesso anche la pensione e, con essa, la possibilità di vivere la vecchiaia senza doverla trascorrere continuando a lavorare. E così abbiamo più tempo da trascorrere con i nostri cari, o dedicandoci ai nostri hobby preferiti. E non è cosa da poco: cinquant’anni fa la pensione era una vera e propria utopia. Nel 1880, ad esempio, si continuava a lavorare fino a quella che è oggi l’età pensionistica. La gente aveva timore della vecchiaia e degli acciacchi connessi: questo perché poteva venire meno la sua stessa sopravvivenza. Oggi, invece, la vita non finisce con la fine del lavoro; al termine della propria carriera, infatti, si apre una nuova fase della vita che possiamo trascorrere nella maniera che ci è più congeniale. Ma non finisce qui. Oggi, infatti, la situazione sembra essersi ribaltata così tanto che spesso gli anziani in pensione risultano essere più ricchi dei lavoratori.

La cultura, il cibo di qualità della mente

Una delle più significative e importanti innovazioni concesse dallo sviluppo della tecnologia è quella di rendere disponibile tutto il sapere umano del presente e del passato a chiunque e dappertutto. Di cosa stiamo parlando? Bè, di tutta una serie di possibilità che abbiamo a portata di dito o di mouse ogni giorno e che, per questo, diamo per scontate. Un esempio su tutti? Eccolo: Internet. È proprio anche grazie ad esso che possiamo leggere tantissime opere di grandi scrittori prive del copyright. Soprattutto, possiamo informarci e fare approfondimenti per non lasciarci travolgere dai fatti in maniera irriflessa.

E, ancora, possiamo consultare una grandissima enciclopedia, oltre a studiare da autodidatti nelle università telematiche, oltre a partecipare alle più importanti conferenze del mondo direttamente da casa. Dunque, senza ombra di smentita possiamo affermare che è questa l’epoca in cui la cultura ha raggiunto il suo apogeo.

Detto ciò, siamo messi davvero così tanto male come apprendiamo ogni giorno dalla TV, dalla radio o dai giornali? Con una qualità della vita di gran lunga migliore rispetto ad anni o secoli fa, è difficile rispondere affermativamente a questa domanda. Che ne pensate? Scrivetelo qui sotto, coraggio!

 

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Dario Portaccio

Dario Portaccio

Laureato in Informazione, Editoria e Giornalismo, oggi collaboro con BuoneNotizie.it grazie al percorso di formazione biennale dell'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, con cui sono diventato giornalista pubblicista.

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