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BuoneNotizie.it a Bologna: un corso nel segno del giornalismo costruttivo

giornalismo costruttivo

Il giornalismo costruttivo raccontato da BuoneNotizie.it

Cos’è il Giornalismo Costruttivo? Questo quesito è stato al centro dell’incontro per l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, tenutosi a Bologna il 7 giugno, nell’ambito del quale Silvio Malvolti, fondatore ed editore di BuoneNotizie.it e presidente dell’Associazione Giornalismo Costruttivo, e Martina Fragale, direttore responsabile della testata, sono stati i protagonisti.

Durante l’incontro, è stato messo in luce quanto in generale i media veicolino notizie con un approccio che genera nei lettori paura e ansia: spesso a pagarne le conseguenze è la loro salute mentale. Sono stati riportati dati e fatti accaduti nel passato, dalle varie pandemie (suina, aviaria) successivamente ridimensionate, alle vittime dell’attentato delle Torri Gemelle i cui numeri sono stati ingigantiti da titoloni fuorvianti.

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Giornalismo Costruttivo protagonista a Bologna: il dibattito durante l’incontro

Durante il corso per l’Ordine dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, Silvio Malvolti ha spiegato come l’allarmismo di molti titoli  generi spesso ansia e depressione nei lettori, che scelgono sempre più frequentemente di non informarsi più. Il contenuto degli articoli e dei servizi televisivi è sulla stessa linea, tanto che spesso dopo aver visto un tg la preoccupazione è alle stelle. A differenza di tutto questo, il giornalismo costruttivo pone maggiore attenzione alle soluzioni, affrontando scrupolosamente i problemi secondo un approccio analitico e non “di pancia”.

È stata poi la volta di Martina Fragale, con un intervento incentrato su tematiche come la crisi ambientale e i casi di femminicidio, per mostrare come problematiche simili possano essere trattate secondo un approccio differente.

Durante l’incontro, il direttore ha illustrato proprio come in questi casi si possano citare progressi e iniziative che supportano attivamente le possibili soluzioni. Nel caso dei cambiamenti climatici, alcuni esempi di filantropia ambientale ad alto impatto, come l’iniziativa che ha convinto la Banca europea per gli investimenti a porre fine ai finanziamenti ai combustibili fossili oltre il 2020. O come il lancio di Protecting Our Planet Challenge, che seleziona e sostiene attivamente progetti orientati alla realizzazione dell’obiettivo “30×30” (secondo cui, preservando il 30% dei luoghi più importanti per la biodiversità, si tutelano in realtà l’80% delle specie animali e vegetali e il 60% degli stock naturali di carbonio del pianeta). Per  il tema del femminicidio, si è citato il divario tra i numeri effettivi di omicidi di donne (in calo) e una percezione di aumento che, paradossalmente, nasce da un elemento positivo: il fatto, cioè, che le donne oggi denuncino di più.

Il corso ha in generale colpito i presenti in sala, interessati a scoprire di più in merito a questo approccio. Tra le domande si è percepita la curiosità nel comprendere come riuscire a mettere in risalto eventuali soluzioni.

Giornalismo costruttivo raccontato da Silvio Malvolti e Martina Fragale

La nascita e la diffusione in Italia e oltreoceano

Il giornalismo costruttivo, (constructive journalism o solutions journalism) nasce con l’obiettivo di raccontare i problemi con una chiave di lettura basata sull’individuazione delle soluzioni.

Questo approccio è nato negli Stati Uniti e nel Nord Europa intorno al 2010. Negli Usa, i giornalisti Tina Rosenberg e David Bornstein hanno applicato l’approccio costruttivo al giornalismo nella rubrica Fixes del New York Times. Nel 2013 questa rubrica è stata ampliata insieme alla giornalista Martin Courtney per poi dare vita al Solution Journalism Network.

In Italia, il giornalismo costruttivo sta muovendo i primi passi, a differenza di altri Paesi dove è diffuso da tempo. Spesso viene confuso con il giornalismo positivo, improntato sul riprendere solo buone notizie ed evitando proprio quelle più negative. Nel giornalismo costruttivo si trattano invece tutti i tipi di notizie, ma con una chiave di lettura volta a porgere lo sguardo sulla risoluzione del problema.

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