L’8 luglio l’Istat ha presentato il rapporto annuale che analizza la situazione economica e sociale dell’Italia nel 2021 e nei primi mesi del 2022. Giunto alla trentesima edizione, è il resoconto ufficiale dell’Istituto Nazionale di Statistica. L’Istat è l’ente di ricerca pubblico che fornisce statistiche tramite la produzione di dati e analisi. Le statistiche dell’Istituto si rivolgono principalmente a coloro che si occupano di prendere decisioni “per poter governare i grandi cambiamenti che ci attendono: sul fronte dell’economia, della società, della popolazione e dell’ambiente”.

L’Italia post pandemia raccontata nel rapporto Istat 2022

“L’emergenza sanitaria”, si legge, “ha modificato le abitudini della popolazione, con un impatto rilevante sui vari aspetti della quotidianità: sull’organizzazione della giornata, sugli stili di vita, sul modo in cui sono state coltivate le relazioni parentali e amicali, sul tempo libero, sul lavoro”. Secondo il rapporto Istat 2022 gli stravolgimenti della vita quotidiana conseguenti al lockdown si sono attenuati nei mesi successivi e sono stati trasversali. Già nel 2021 sono emersi chiari segnali di un ritorno alla quotidianità e alle attività pre-Covid.

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Andamenti positivi si sono registrati nell’abitudine alla lettura e alla pratica fisica e sportiva anche grazie al digitale. Infatti è aumentato l’utilizzo di dispositivi digitali per scaricare e/o leggere libri, quotidiani, riviste, giocare in rete e scaricare giochi, guardare la tv in streaming e praticare attività fisica. La partecipazione a eventi e spettacoli fuori casa ha registrato tra il 2019 e il 2021 un vero e proprio crollo. In questo ambito l’Italia sta solo ora ricostruendo la sua normalità.

Rapporto Istat 2022: “Economia moderatamente positiva”

La ripresa dell’economia italiana post-pandemia è iniziata già nella seconda metà del 2020 ed è proseguita fino all’inizio di quest’anno. Secondo il rapporto Istat, “il quadro macroeconomico dell’Italia, alla metà del 2022, resta caratterizzato da una situazione moderatamente positiva, nonostante l’incertezza e i rischi al ribasso associati allo scenario internazionale”.

Nel 2021 è aumentata l’occupazione ma sono cresciute le disuguaglianze di retribuzione e di contratti. Nel 2021 quasi 5 milioni di occupati, soprattutto giovani sotto i 34 anni, “sono non-standard, cioè a tempo determinato, collaboratori o in part-time involontari”. La diffusione di forme di lavoro non-standard ha comportato livelli retributivi mediamente più bassi. Circa 4 milioni di dipendenti del settore privato percepiscono una retribuzione teorica lorda annua inferiore a 12 mila euro. Rimane bassa l’occupazione femminile, soprattutto al Sud.

Il rapporto Istat 2022 afferma che “le misure di sostegno economico erogate nel 2020, in particolare reddito di cittadinanza e di emergenza, hanno permesso a 1 milione di individui di non trovarsi in condizione di povertà assoluta. In assenza di sussidi l’intensità della povertà sarebbe stata di ben 10 punti percentuali più elevata”. Nelle conclusioni del rapporto si legge che “se non si affronteranno le disuguaglianze salariali e di tipologie di contratto del mercato del lavoro, continuerà a crescere la povertà anche tra gli occupati”.

Cambiano le famiglie italiane e diminuiscono gli stranieri

La popolazione italiana è in fase recessiva dal 2014 e la pandemia ha accelerato questo processo. "L’elevato eccesso di mortalità registrato nel 2020 è stato accompagnato dal quasi dimezzamento dei matrimoni", si legge nel rapporto Istat 2022. Negli anni esaminati nella ricerca si assiste anche al crollo delle nascite. "L’ampliarsi del deficit tra nascite e decessi associato alla più recente contrazione del saldo migratorio ha innescato, con continuità a partire dal 2014, una fase di calo della popolazione", cita il rapporto.

Anche le forme familiari hanno subito profondi cambiamenti negli ultimi 20 anni. È aumentato il numero di famiglie ma sono cresciute quelle composte da una sola persona e sono diminuite quelle con figli anche a causa della riduzione dell’immigrazione.

Le cause del rallentamento dell'immigrazione sono sia la diminuzione dei flussi migratori, sia l’assenza di provvedimenti di regolarizzazione che in passato avevano dato luogo a picchi nelle registrazioni anagrafiche. Inoltre, secondo il rapporto Istat 2022, "si è assistito a una contrazione senza precedenti dei flussi per motivi di lavoro, a una sostanziale stabilità degli ingressi per ricongiungimento familiare e a una improvvisa crescita degli arrivi di persone in cerca di protezione internazionale, causati da crisi politiche e guerre in vari parti del mondo".

Tra il 2011 e il 2020 oltre 1 milione e 250 mila persone hanno ottenuto la cittadinanza italiana. Considerando i requisiti previsti dalla proposta di legge sullo ius scholae, in discussione in Parlamento, la platea di aventi diritto è stimabile in circa 280 mila ragazzi. I minori stranieri che frequentano le scuole pensano in italiano (4 su 5), hanno aspirazioni comuni a quelle dei loro coetanei italiani e dichiarano di parlare e leggere “molto bene” l’italiano (3 su 4).

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Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine, laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali con un Master in Comunicazione istituzionale. Lavoro in Rai da diversi anni. Giornalista pubblicista e tutor del laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista

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