È ancora e sempre l’Islanda a dominare la classifica europea e mondiale di quei Paesi che si impegnano maggiormente nel colmare il gap nelle differenze di genere all’interno del proprio tessuto sociale ed economico: a riconoscerlo per il 13° anno di fila è il Global Gender Gap Report 2022 (pubblicato in luglio), a confermalo ulteriormente è l’ISSA l’International Social Security Association, l’Associazione internazionale di previdenza sociale che ha assegnato il suo Premio internazionale proprio al Paese dei Ghiacci, lodandolo come “modello globale quando si tratta di adottare e attuare politiche e programmi che garantiscano l’uguaglianza di genere nella sicurezza sociale e nella società”.

Perché questo successo? In che modo l’Islanda “rompe quel ghiaccio” delle differenze di genere per un modello tanto ampiamente inclusivo?

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Global Gender Gap Report 2022: l’Islanda guida la classifica mondiale dei Paesi impegnati nel contrasto alle differenze di genere

Global Gender Gap report 2022

Secondo il Global Gender Gap, il Report internazionale di riferimento (dal 2006) per la valutazione della parità di genere, l’Islanda ha colmato il divario di genere interno per il 90,8% (la prima e unica nazione a livello mondiale) in quattro dimensioni chiave: partecipazione economica e opportunità, rendimento scolastico, salute e sicurezza, e presenza delle donne in politica. Alle sue spalle tutti i Paesi nordici ed europei Finlandia (86%, 2°), Norvegia (84,5%, 3°) e Svezia (82,2%, 5°) insieme a Irlanda (80,4%) e Germania (80,1% ) su oltre 146 Paesi analizzati.

L’Islanda eccelle sui livelli paritari di istruzione e sulla più longeva presenza di donne in politica (ha la quota più alta di donne in carica apicale, 16 anni, come la Germania) e una quota relativamente alta di donne rappresentate in parlamento; nel mondo del lavoro registra la piena parità nella partecipazione dei lavoratori professionisti e tecnici, con una minore partecipazione femminile a ruoli apicali e manageriali.

Parità di genere in Italia: lievi miglioramenti

L’Italia figura attualmente al 63° posto della classifica mondiale del Global Gender Gap Index e al 25° posto nell’area Europa a 35 per lo sviluppo di politiche sulla qualità di genere. Il dato positivo è il 40° posto nella presenza politica delle donne nelle Istituzioni, guadagnando una posizione rispetto al 2021: i maggiori sforzi andrebbero concentrati sulla promozione delle pari opportunità economiche (siamo 110° nel mondo, eravamo 114° nel 2021) e nelle uguali condizioni di salute (siamo al 108° posto, ma eravamo 118° solo un anno fa).

Molto c’è poi da fare per il mondo del lavoro, dove il divario salariale di genere è talmente tanto sbilanciato da porci al 114% posto mondiale, ben lontani dall’indice medio globale del World Economic Forum.

Protezione sociale e Parità di genere: l’Islanda conquista anche l’ISSA AWARD

Il 28 ottobre scorso l’Islanda ha anche ottenuto l’ISSA Award il riconoscimento mondiale nel campo della protezione sociale in occasione dell’evento triennale del World Social Security Forum.

Ma qual è il segreto di questo successo? Secondo ISSA l’Islanda ha adottato un approccio globale e olistico sull’uguaglianza di genere con scelte politiche e sociali messe direttamente nelle mani del Primo Ministro che ha emanato una legge sulla parità di genere e l’equo compenso. Non solo: l’Islanda ha costruito negli anni un sistema di congedo parentale che ora garantisce diritti individuali indipendenti per entrambi i genitori. Il paese fornisce anche una garanzia minima di pensione e prestazioni speciali in età lavorativa che contribuiscono alla riduzione della povertà femminile. Si impegna nella Parità di genere nel mercato del lavoro, compreso l’obbligo per le aziende di essere legalmente certificate per la parità retributiva e promuovere l’accesso allo sviluppo delle competenze e alla formazione delle donne.

In ambito sociale, si concentra sulle vulnerabilità specifiche delle donne immigrate, sui divari di genere nell’assistenza non retribuita e nel lavoro domestico e sugli effetti “di genere” derivanti dalla crisi economica post Covid-19.

Gender equality: i risultati dell’Islanda per la parità di genere

Questo approccio ha portato a risultati unici, tra cui la quota più alta di congedi parentali presi dai padri tra tutti i paesi nordici (31%), la più alta partecipazione alla forza lavoro delle donne tra tutti i paesi dell’OCSE (75,1%) e il tasso di povertà più basso tra le donne sopra i 65 anni in tutti i paesi OCSE (sono l’1,7% delle donne di età pari o superiore a 65 anni ha un reddito inferiore al 50% del valore di reddito medio OCSE).

Un sistema vincente in cui la parità di genere si riflette su un Paese dove vivere e lavorare rende felici e che rappresenta uno stimolo per altri Paesi non solo europei non altrettanto in linea con scelte di civiltà. Scelte, politiche, dati e risultati quelli conseguiti dal paese dei ghiacci, sui quali riflettere e da cui prendere spunto anche nel nostro Paese.

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Antonio Mazzuca

Antonio Mazzuca

Dal 2007 sono redattore editoriale tecnico-giuridico esperto e formatore in materia di salute e sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Sono il coordinatore editoriale della Testata tecnica InSic.it e dal 2015 editore della testata culturale registrata Gufetto.press dedicata al mondo della cultura off per le quali scrivo news, articoli, recensioni, interviste e approfondimenti e svolgo formazione ai redattori sia per la parte critica che redazionale e per la scrittura in ottica SEO.

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