La migrazione è un fenomeno secolare che continua a toccare quasi tutte le società del mondo. L’argomento in questione è complesso e viene continuamente esasperato dalla misinformazione e politicizzazione. Ogni anno i flussi migratori che dai Paesi in via di sviluppo come Africa e Medio Oriente si dirigono verso l’Europa sono una costante. Le ragioni sono diverse e variano dai conflitti territoriali ai fattori di attrazione. Africa e Medio Oriente si raccontano per dare luce ad un’analisi di livello sociale e antropologico, cercando di comprendere come queste società si sviluppano in ambito professionale e culturale una volta arrivate in Europa.

Migrazione volontaria, forzata e mista

Esistono tre macro-categorie di migrazione: volontaria, forzata e mista, che velano molteplici storie e vicissitudini. Basti pensare a famiglie divise dalle guerre, a figli che si ritrovano a dover ricoprire il ruolo di uno dei due genitori, paure, preoccupazioni ed infinite attese per il rilascio di documenti necessari a ricevere i diritti che spettano. Fortunatamente, in più casi ci si ritrova davanti ad un lieto fine. Un esempio riguarda sicuramente la famiglia di medici siriana Faras, bloccata in tre differenti continenti, divisa dalla guerra. Siamo di fronte ad una parte del processo di migrazione che difficilmente viene raccontato, perché dopo l’arrivo in occidente, che non è sicuramente cosa da poco, c’è da affrontare l’ostacolo della burocrazia.

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Dichiarazione universale dei diritti umani e la cittadinanza in Europa

Il 10 dicembre 1948 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approva e proclama la dichiarazione universale dei diritti umani come ideale comune da raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo della società si sforzi di promuovere il rispetto di questi diritti e di questa libertà. L’articolo 6 nello specifico cita “ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica”.

I paesi europei presentano regole diverse per ottenere la cittadinanza e nella maggior parte dei casi siamo di fronte ad uno ius soli temperato. Al contrario, l’America usufruisce dello ius soli illimitato e quindi la cittadinanza alla sola nascita della persona. Ecco che il continente europeo pone delle regole ben più rigide per filtrare i flussi migratori. In Italia ad esempio, pur nascendo su territorio italiano bisogna attendere la maggiore età per poter fare richiesta della cittadinanza. Caso specifico, quello della squadra di basket Tam tam, dove ragazzi di origine africana, nati in Italia, non hanno potuto partecipare ad un campionato sportivo federale per la mancanza di un documento fondamentale quale la cittadinanza.

La norma salva Tam Tam Basket

La Tam Tam Basket nasce a Castel Volturno vicino Napoli dall’idea di Massimo Antonelli e quattro soci quasi tutti ex giocatori di basket che desiderano restituire qualcosa alla comunità che li ha cresciuti la pallacanestro. “All’inizio sono andato nelle scuole ed ho interagito con più di trenta studenti la maggior parte, figli del fenomeno di migrazione, i quali in un secondo momento si sono presentati agli allenamenti”. Nasce così il progetto che coinvolge i giovani ragazzi che fino a quel momento non avevano un percorso di crescita ben delineato. L’idea iniziale acquisisce sempre più forma fino a quando arriva il momento dell’iscrizione al campionato federale che viene negata a causa della mancata cittadinanza dei ragazzi pur essendo nati e cresciuti su territorio italiano.

Come ogni italiano, sono andata a scuola. Ho fatto l’asilo, l’elementari e non sono mai stata bocciata eppure non ho ancora la cittadinanza.

          Blessing, giocatrice tam tam basket

La svolta arriva inaspettatamente, grazie alla legge del 27 dicembre 2017 Art. 1 Comma 369, la norma che sancisce il diritto di giocare a qualunque minore “straniero” purché frequentante regolarmente le scuole italiane. La strada è ancora lunga ma la tenacia aiuterà sicuramente il loro percorso.

                                         

I flussi migratori saranno sicuramente una costante, di certo realtà come quella del Tam tam basket sono una risorsa di rilievo per assistere questo processo e riconoscere gli stessi diritti alla popolazione del sud globale.

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Vincent Truppo

Vincent Truppo

Tra i miei focus principali, abbattere gli stereotipi che talvolta non danno la possibilità di conoscere realmente chi ci circonda, la definizione del termine stereotipo rappresenta appieno il mio lavoro. Con enorme piacere collaboro con BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista.

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