Nelle ultime settimane, il welfare aziendale delle più grandi aziende tech è sotto l’occhio del ciclone. Dal 2025, Amazon abolisce lo smart working, mentre colossi come Microsoft e Spotify puntano su modelli ibridi che coniugano flessibilità e collaborazione. In Italia, dove la cultura del lavoro è profondamente radicata, quali sono le aspettative dei dipendenti in merito al benessere organizzativo?
Le politiche del settore tech innescano un dibattito a livello globale sulla sostenibilità della ‘hustle culture‘, mentalità culturale improntata sul lavoro incessante, sulla competizione estrema e sull’ossessione per il perfezionismo. Gli studi delineano un quadro chiaro, dove l’approccio al lavoro gioca un ruolo cruciale nella produttività e nella qualità di vita.
Smart working: svelati i piani delle grandi aziende
Amazon ha deciso di fare marcia indietro sul lavoro da remoto, salvo eccezioni. In una lunga lettera ai dipendenti, l’amministratore delegato Andy Jassy comunica che, a partire dal prossimo anno, i dipendenti saranno chiamati a lavorare in ufficio cinque giorni su cinque. Si apre una nuova fase per l’azienda, che sottolinea il ruolo della sinergia all’interno del team e l’efficacia dello sviluppo progettuale in presenza.
La decisione aziendale ha innescato un’ondata di allarme globale tra i lavoratori tech. L’imminente rinuncia alla flessibilità dello smart working, elemento cardine del welfare aziendale, scatena già dimissioni volontarie e proteste di massa.
Il dibattito sul futuro del mondo lavorativo si polarizza. Al modello rigido del gigante dell’e-commerce si oppone Microsoft, che offre un’alternativa ibrida, a condizione che la produttività non ne risenta, come sottolinea il vicepresidente esecutivo di Microsoft Cloud + AI Group Stott Guthrie. “Se trovi il tempo per lavorare bene, i tuoi dipendenti saranno più coinvolti, più produttivi e più dinamici, anche a miglia di distanza”, ha commentato il direttore senior Keyth Boyd.
Anche Spotify si mostra attenta alle politiche di welfare aziendale. I vertici della principale piattaforma di streaming musicale rimarcano il valore della flessibilità e dell’autonomia per i dipendenti, specialmente in contesti lavorativi digitali. Katarina Berg, figura di riferimento delle risorse umane, afferma:“Il lavoro non è un posto dove andare, ma qualcosa che si fa“.

Donna lavora da remoto (Pixabay – 089photoshootings).
Il futuro del lavoro in Italia: welfare aziendale in primo piano
Mentre all’estero infuria il dibattito sul welfare aziendale, lo smart working continua a guadagnare terreno in Italia. Stando ai dati dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, si stima che alla fine del 2024 saranno 3,65 milioni gli italiani a lavorare da remoto. Questa modalità di lavoro ha ormai conquistato gran parte delle grandi aziende (96%) e ha fatto significativi passi avanti nelle PMI (56%) e nella pubblica amministrazione (61%).
Uno studio evidenzia infatti che, per i dipendenti aziendali, l’equilibrio tra vita personale e professionale è determinante per la salute mentale, l’engagement e la crescita professionale. Il settimo rapporto Censis-Eudaimon 2024 riflette infatti il cambio di priorità verso una maggiore qualità di vita per i lavoratori italiani, in cerca di stabilità lavorativa ma stanchi della ‘hustle culture’.
L’87,3% degli occupati afferma che rendere il lavoro il fulcro della propria vita sia un errore. Il 30,5% afferma di non essere interessato agli straordinari e di rifiutare chiamate o mail fuori dall’orario di servizio.
Inoltre, per l’84,2% dei lavoratori, sarebbe importante potenziare il benessere organizzativo. La misura più richiesta è la modulazione del welfare aziendale sulla base delle esigenze personali. Centrali anche l’accesso facilitato ai servizi tramite app dedicate e la consulenza per la risoluzione di problematiche connesse a sanità, previdenza e scuola dei figli.
Una nuova generazione, maggiormente consapevole dei propri diritti e del valore del benessere personale, ridefinisce il rapporto con il mondo lavorativo. Sempre più dipendenti chiedono dinamiche lavorative vantaggiose e un ambiente sano e stimolante che valorizzi il proprio potenziale.

