Gli studiosi dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia hanno ufficialmente confermato che la recente eruzione dell’Etna, dopo ben tre mesi di esplosioni e colate laviche, si è definitivamente conclusa. Per il momento quindi, i siciliani possono tirare un sospiro di sollievo. Ma le evoluzioni del vulcano più alto d’Europa non si fermano qui: al contrario, secondo i vulcanologi, le eruzioni del 2001 e del 2002 potrebbero essere solo un assaggio, le prove generali che precedono la vera ripresa dell’attività. La rivista Science ha recentemente pubblicato un articolo in cui Domenico Patanè, direttore dell’Istituto, e il suo gruppo di collaboratori rivelano i risultati di anni di ricerche. Dal 1994 si sono verificati nelle zone limitrofe all’Etna, una serie di terremoti: ciò ha determinato un accumulo di magma sotto il vulcano, che, a causa della continua pressione, ha poi generato le recenti eruzioni. La camera magmatica però non si è ancora estinta, anzi è in costante crescita, e la pressione che esercita sulle rocce potrà essere la causa di nuove eruzioni, ancora più potenti e pericolose. Al momento, gli studiosi non sono in grado di stabilire le modalità e i tempi in cui si verificheranno queste nuove uscite di lava. L’unico modo per prevedere quanto l’ex gigante buono ci riserva consiste infatti tenerlo sotto controllo, monitorando costantemente la sua attività.