Sostenibilità

Tata produrrà la primaautovettura ad aria compressa

E’ iniziata la produzione della prima autovettura al mondo che funziona ad aria compressa, evitando così qualunque tipo di emissione nociva per l’ambiente. A progettare MiniC.A.T sono stati alcuni studiosi dell’azienda del Lussemburgo ‘MDI’, i quali hanno siglato un accordo con l’azienda indiana Tata per iniziare la catena di costruzione di questa piccola utilitaria con telaio tubolare e carrozzeria in fibra di vetro, che costerà poco più di 8000 euro. Al suo interno sono presenti numerose soluzioni innovative: connettività GSM per il telefono vivavoce incorporato, assenza di chiave per l’accensione, sostituita da una scheda elettronica da tenere in tasca, e un sistema di navigazione satellitare GPS.

La vera tecnologia è però nel vano motore, perché a spingere l’autovettura c’è un sofisticato compressore gestito elettronicamente che permette di fare 100 chilometri con appena 1 euro di aria compressa. Il funzionamento è semplice: in un serbatoio ad elevata resistenza sono contenuti circa novanta metri cubi di aria, che rilasciati muovono i pistoni creando l’energia necessaria per far spostare MiniC.A.T. Inoltre, una volta espulsa a temperature di circa 10 gradi centigradi sotto lo zero, l’aria viene riciclata per il sistema di condizionamento interno e per il raffreddamento del propulsore stesso. Grazie all’assenza di combustione nel motore, il litro di olio vegetale contenuto all’interno si può cambiare ogni 50.000 chilometri. Con una velocità massima di 110 km/h, l’autonomia garantita è tra 200 o 300 chilometri, o dieci ore di guida, prima che si consumi l’aria o si esaurisca la corrente elettrica necessaria per azionare il compressore. E per fare un pieno di ‘carburante’ bastano appena tre minuti.

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MiniC.A.T ha cinque posti ed è possibile allestirla anche come pick-up, soluzione che la rende adatta ad un uso soprattutto come taxi.

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Silvio Malvolti

Silvio Malvolti

Ho fondato BuoneNotizie.it nel 2001 con il desiderio di ispirare le persone attraverso la visione di un mondo migliore. Nel 2004 ho costituito l'Associazione Italiana Giornalismo Costruttivo, che oggi gestisce questa testata: una sfida vinta e pluripremiata.

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