Secondo i dati forniti dal Ministero, ogni giorno in Italia vengono ricoperti da una coltre di cemento ben 100 ettari di terreni agricoli. Dagli anni ’70, la SAU (Superficie Agricola Utilizzata) è diminuita del 28%. Si sono persi, cioè, 5 milioni di ettari di terreni agricoli utilizzabili: una superficie equivalente a Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna messe insieme.
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SostieniciSecondo i dati Istat, ad esempio, la Pianura padana, l’area agricola più vasta e produttiva della penisola italiana, ha una percentuale media di superfici edificate pari al 16,4% del territorio. Il Ministro Catania, inoltre, ha riferito che chiederà alle Camere di calendarizzare al più presto il voto sul provvedimento – anche se un’approvazione immediata sembra difficile prima della fine della legislatura.
Si calcola che, a livello nazionale, il 6,7% dell’Italia sia costituito da superfici edificate. Ai primi posti, nelle 10 province più cementificate d’Italia nel 2011, ci sono le province di Monza e della Brianza, Napoli e Milano. Seguono Varese, Trieste, Padova, Roma, Como, Treviso e Prato.
Soddisfatte per il nuovo Ddl le associazioni di categoria e quelle ambientaliste. Per la CIA, Confederazione Italiana Agricoltori, il ”ddl va nella giusta direzione e siamo pronti a sostenerlo con una serie di iniziative di sensibilizzazione lungo la Penisola”.
Anche Confagricoltura manifesta apprezzamento per il provvedimento, ma non condivide ”la logica vincolistica e discriminatoria che ha ispirato il limite sulla destinazione nel tempo dei terreni agricoli che hanno beneficiato di aiuti di Stato e comunitario”. Coldiretti sostiene che bisogna fermare l’erosione di terra fertile con buone norme, perché l’Italia e l’Europa non possono permettersi di rimanere senza cibo.
Copagri, infine, sottolinea come, con questa importante base legislativa, si possa puntare ad un effettivo cambio di rotta a tutela del settore e della sua produttività.
Fonte: www.tg1.rai.it
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