Questo l’obiettivo dichiarato della nuova accademia: “fuori dalla rete di grande distribuzione di gas, energia, acqua, cibo, un laboratorio aperto a tutti, dove riprogettare case, quartieri, comunità a bolletta zero e impatto positivo”.
Riscopri anche tu il piacere di informarti!
Il tuo supporto aiuta a proteggere la nostra indipendenza consentendoci di continuare a fare un giornalismo di qualità aperto a tutti.
SostieniciTra i partecipanti all’incontro di Capraia c’era anche l’ingegnere Emiliano Cecchini, fondatore e presidente del comitato scientifico della “Fabbrica del Sole” (gruppo di Arezzo, nato come cooperativa, che si occupa di impianti fotovoltaici, solare termico ad alta efficienza e fonti rinnovabili e che coniuga la vocazione tecnologico-scientifica all’impegno socio-culturale).
L’off-grid è diventato quasi una “fissa” per Emiliano. Fin dai tempi in cui progettò, insieme all’architetto Mario Cucinella, una casa autosufficiente dal punto di vista energetico e letteralmente staccata dalle “reti” di distribuzione di gas, elettricità, ecc, Emiliano lavora per distribuire l’approvvigionamento energetico (e non solo), chiudendo “i cicli” e ridisegnando unità abitative e comunità completamente autonome.
Alla domanda “che cosa rappresenta per un sistema in crisi come il nostro un’iniziativa come la “Off-Grid Academy?”, Emiliano ha risposto: “Probabilmente rappresenta una buona soluzione. La crisi deriva da innumerevoli fattori ma, in sintesi, pensiamo che il punto sia la completa insostenibilità, sia ambientale che sociale, di un meccanismo basato sulla concentrazione e sull’accumulo”.
“Sistemi che possiedono pochi nodi, sono sistemi fragili, poco creativi e poco reattivi. Si tratta, allora, di distribuire l’approvvigionamento, sia energetico che alimentare, chiudendo i cicli e ridisegnando entità completamente autonome”, ha continuato Emiliano. “Questa distribuzione ha molto a che fare con la democrazia e la partecipazione diretta dei cittadini alla gestione delle loro comunità: distribuire l’energia, implica distribuire le decisioni, che, a sua volta, implica rendere più “democratica” la democrazia.”
Alla base del progetto, dunque, ci sono valori quali la condivisione, la responsabilità, il rigore scientifico, la multidisciplinarità, la continua ricerca e la partecipazione, ma anche amore, armonia e coraggio. Una sorta di “idealismo concreto” e lontano da ideologie (come ha sottolineato qualcuno durante i lavori) che, grazie a persone come Emiliano Cecchini, sta costruendo giorno dopo giorno un mondo migliore.