La rete ferrovia italiana conta attualmente circa 5.000 km di binari inutilizzati e dimenticati, in favore della progressiva concentrazione delle tratte e della realizzazione delle linee ad alta velocità. Ma perché sprecare tutto questo importante patrimonio ingegneristico ed architettonico? A questa domanda stanno rispondendo in modo concreto molte iniziative e progetti, sparsi su tutto il territorio nazionale.
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SostieniciC’è chi ha pensato – ad esempio – di riutilizzare le infrastrutture abbandonate a fini turistici, recuperando i vecchi tragitti ferroviari per favorire la scoperta (o la ri-scoperta) dei suggestivi paesaggi nazionali. Grazie ad un’iniziativa dell’Associazione Italiana Greenways (AIG) e di Co.Mo.Do, infatti, oggi è possibile transitare a piedi o in bicicletta su molte vecchie linee ferroviarie, trasformate in strade per lo più sterrate, ma facilmente percorribili.
Co.Mo.Do (Confederazione Mobilità Dolce), invece, riunisce varie associazioni che promuovono il recupero di……tutte le infrastrutture territoriali dismesse (ferrovie, ma anche strade e percorsi storici), per far sì che diventino percorsi alternativi alla mobilità ordinaria: percorsi sicuri perché lontani dal traffico, puliti perché non aperti a mezzi motorizzati e, soprattutto, integrati con il trasporto pubblico.
Nella promozione di una rete nazionale di mobilità dolce rientra anche il progetto Ferrovie Dimenticate, mentre sul sito Ferrovie Abbandonate è disponibile un database in continuo aggiornamento che racconta la storia delle tratte dismesse, ne descrive lo stato attuale e gli eventuali progetti di recupero.
I tracciati che collegavano paesini e città di tutta Italia costituiscono un patrimonio di inestimabile valore: opere pregevoli dal punto di vista ingegneristico e architettonico, quali ponti, gallerie e stazioni (molto spesso collocati in punti panoramici e suggestivi) non possono essere dimenticati e abbandonati a se stessi.
1) da una parte, c’è la sua trasformazione in percorsi pedonali e ciclabili, immersi nella natura e lontani dal traffico cittadino;
2) dall’altra, c’è il suo ripristino a fini turistici, per favorire la riscoperta di territori tra i più belli del nostro paese.
Sulla scia di quanto già avvenuto con successo in altri paesi europei – tra i quali Inghilterra, Francia, Belgio e Spagna – infine, la valorizzazione delle ferrovie in disuso e la creazione di una rete di mobilità dolce a livello nazionale costituiscono anche il testo di un Progetto di legge, che è stato presentato al Parlamento nel febbraio 2011.