Ecco come si possono riutilizzare i nostri capelli.

Tutti i giorni i parrucchieri svolgono il loro lavoro: tagliano, colorano, lavano e spazzolano i capelli dei loro clienti. Una volta terminate le azioni che caratterizzano i saloni di bellezza, il pavimento si trasforma in un campo pieno di… rifiuti.

Il parrucchiere di turno, come ultima azione, prende tra le mani la scopa e spazza via quella enorme quantità di  residui colorati che giacciono sul pavimento. Li raggruppa da un lato e li raccoglie da terra. Ma dove li posiziona? Che fine farà quel cumulo di fibre?

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Già da tempo, i capelli a cui i parrucchieri hanno dato un taglio, vengono riutilizzati per creare delle parrucche o addirittura, in Giappone, dei pennelli per dipingere. Ora però, i capelli, in quanto fibre flessibili, resistenti alla trazione, isolanti termici, assorbenti dell’olio e leggeri, hanno anche altri importanti compiti una volta tagliati.

I capelli, utili per limitare i disastri ambientali

I capelli vengono raccolti dal pavimento del salone – scrive sulla propria pagina web l’ONG australiana Sustainable Saloon e infilati in calze per creare Hair Boom che un giorno possono aiutare a ripulire le fuoriuscite di petrolio lungo le nostre coste.”

Gli Hair Booms, tubi di nylon ripieni di capelli assorbenti, oltre ad assorbire il petrolio che si riversa nei mari, sono utili anche all’assorbimento di carburante nei porti. A seguito di molti incidenti di piattaforme petrolifere, l’ONG australiana ha inviato molti di questi strumenti col fine di limitare i danni ambientali.

Un esempio concreto è stato l’incidente della nave MV Wakashio, nel 2020. A seguito di ciò si sono riversate più di 4.000 tonnellate di petrolio sulla barriera corallina al largo di Mauritius. Proprio in questa occasione, è intervenuto l’ente no profit australiano Sustainable Salons. Ha raccolto dai saloni associati e inviato migliaia di tubi ripieni di capelli, contribuendo con le loro capacità assorbenti a fermare la marea che si stava abbattendo sulle spiagge del Paese.

Fibre flessibili e resistenti alla trazione

The New Age of Trichology è il progetto di Sanne Visser.  Si tratta di una designer olandese che attualmente lavora e vive a Londra. Questa donna ha utilizzato i capelli per la realizzazione di prodotti. A oggi, sono state create corde da arrampicata, borse all’uncinetto e altalene.

La domanda che si è posta la signora Visser prima di partire con il suo progetto è stata: “Come possiamo utilizzare i rifiuti di capelli umani per creare nuovi materiali e risultati di design?”. I capelli che emanano gas tossici nell’aria e che spesso finiscono nelle discariche, sono nocivi sia per noi, esseri umani, che per l’ambiente. Avendo delle proprietà preziose, quest’ultime vanno sfruttate. Così la Vesser ha studiato un modo per riciclare questa importante risorsa.

Questo progetto esplora il puro potenziale dei capelli come materia prima si legge sul sito ufficiale che riguarda il progetto The New Age of Trichology  riducendo gli sprechi, i problemi ambientali e la pressione su altri materiali non rinnovabili. Il progetto consiste in una gamma di oggetti e strumenti utilitari che aiutano a creare un sistema dalla raccolta fino all’applicazione finale.

Il progetto francese Capillum per un riutilizzo sostenibile dei capelli

In Francia sono più associazioni a occuparsi del riciclo dei capelli. Capillum è una di queste che, sensibile all’economia circolare, trasforma un rifiuto in una risorsa. Parla a proposito di ricerca medica, di riduzione dell’inquinamento delle acque e dei terreni ma anche, di agricoltura e fertilizzanti.

“Il capello – riporta l’associazione Capillum sul suo sito web – è composto al 95% di cheratina. Dei numerosi lavori in laboratorio hanno permesso a Capillum di poter estrarre questa cheratina. Noi partecipiamo così, alla ricerca medica con l’obiettivo di migliorare le cure della pelle.

Il capello, come già detto in precedenza, ha anche un proprietà assorbente, e come l’ONG australiana Sustainable Saloon, anche le associazioni francesi, la utilizzano. Capillum più che per assorbire petrolio in caso di disastri ambientali, per assorbire idrocarburi nelle aree portuali e prodotti inquinanti che si trovano nel sottosuolo.

Per di più, le associazioni francesi utilizzano i capelli anche come fertilizzante. Inoltre, con riferimento a ciò, Capillum  scrive: “In agricoltura, i capelli aiutano a preservare il suolo e a limitare il consumo di acqua. Vera alternativa ai prodotti in plastica, sarà l’alleato ideale dell’agricoltura responsabile e biologica”. 

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Giorgia Tirocchi

Giorgia Tirocchi

Giorgia Tirocchi, aspirante pubblicista, amo raccontare i miei viaggi tramite i miei scatti e le mie parole. Scrivo per BuoneNotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista. E tu cosa stai aspettando?

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