Con la crisi energetica e il raddoppio dei prezzi delle bollette, negli Stati dell’Unione europea si è accelerato il dibattito su nucleare e gas naturale. L’obiettivo è ridurre la dipendenza energetica dall’estero e al tempo stesso rispettare gli obiettivi ambientali dell’Ue.

La crescente dipendenza dalle importazioni di energia, in particolare di petrolio e di gas, è dovuta al divario tra produzione e consumo. Infatti, nel 2020 più della metà (il 57,5%) dell’energia lorda disponibile dell’Ue proveniva da fonti importate.dibattito su nucleare e gas naturale

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Il 2 febbraio la Commissione europea ha adottato l’atto delegato che esplicita i criteri tecnici per attribuire il bollino di attività sostenibile al nucleare e al gas naturale. Come abbiamo spiegato in questo articolo, l’atto delegato integra il regolamento tassonomia che classifica le attività considerate sostenibili per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e dal quale dipendono gli investimenti dei privati. Il testo introduce anche obblighi di informazione specifici per le imprese che esercitano attività nei settori del gas e del nucleare.

Il dibattito su nucleare e gas naturale si sposta al Consiglio e al Parlamento Ue

La Commissione ritiene che “le attività selezionate in questi due settori sono in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell’UE e ci consentiranno di abbandonare più rapidamente attività più inquinanti, come la produzione di carbone, a favore delle fonti rinnovabili di energia, che saranno la base principale di un futuro a impatto climatico zero”.

Ma il dibattito sull’atto delegato riguardante il nucleare e il gas naturale continuerà nelle altre istituzioni europee. Infatti, l’atto delegato entrerà in vigore solo se entro due mesi non saranno presentate obiezioni da parte del Consiglio e del Parlamento dell’Ue. Il Consiglio, che rappresenta gli Stati membri, può respingere la proposta a maggioranza qualificata inversa rafforzata. Questo vuol dire che deve opporsi all’atto il 72% dei Paesi membri (20 su 27) e che questi devono rappresentare almeno il 65% della popolazione dell’Unione.

Il Parlamento europeo può invece opporsi a maggioranza assoluta, cioè almeno 353 deputati presenti in seduta plenaria. Se nessuna delle istituzioni solleva obiezioni, l’atto delegato si applicherà a partire dal 1° gennaio 2023.

Le posizioni degli Stati

Il dibattito in Europa attorno al nucleare e al gas naturale va avanti da tempo, ma la crisi energetica lo ha reso più attuale e ha inasprito le rispettive posizioni.

La Francia guida il blocco politico pro-energia nucleare, con il sostegno di Repubblica Ceca, Ungheria e Finlandia. Negli ultimi mesi il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciando la costruzione di nuove centrali e il potenziamento di quelle esistenti. Le centrali nucleari generano poca CO2 ma comportano altri problemi, quali la sicurezza e lo smaltimento di scorie radioattive.

La Germania, invece, è fermamente contraria a considerare l’energia atomica green e punta invece sul gas per abbandonare il carbone. In Germania la decisione di dismettere tutte le centrali nucleari entro la fine del 2022 sta creando grosse discussioni poiché per sopperire alla mancanza di energia si utilizzano gas e carbone che sono molto inquinanti.

Infine c’è un terzo blocco, composto da Spagna, Lussemburgo, Danimarca e Austria, contrario sia all’inclusione del nucleare, sia al gas naturale. Questo terzo blocco trova l’appoggio di diversi protagonisti della politica ambientale dell’Ue. Secondo questi ultimi la neutralità climatica sarà possibile solo se si investe sulle fonti rinnovabili. Secondo un rapporto del 2020 della Oxford Martin School, passare rapidamente all’energia green farebbe risparmiare migliaia di dollari, poiché più la transizione ecologica viene portata avanti, più si abbassano i costi. Di contro, i prezzi all’ingrosso di gas naturale sono aumentati e la costruzione di centrali nucleari ha costi onerosi.

In Italia, che ha disattivato le quattro centrali dal 1986, il dibattito sul nucleare è ripreso senza però raggiungere conclusioni.

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Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine

Aurora Amendolagine, laureata in Scienze politiche e Relazioni internazionali con un Master in Comunicazione istituzionale. Lavoro in Rai da diversi anni. Giornalista pubblicista e tutor del laboratorio di giornalismo per diventare pubblicista

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