Il 53% degli italiani ritiene che si debba investire esclusivamente o in gran parte nella transizione energetica: fermare la corsa al riarmo, tassare gli extra profitti delle aziende fossili e dell’industria militare. Lo rivela un sondaggio, condotto da Swg per GreenPeace Italia dall’11 al 16 gennaio, i cui risultati sono stati diffusi dopo la presentazione delle linee programmatiche del Ministro della Difesa Crosetto.

Gli italiani scelgono una strada di pace e investimenti per un futuro sostenibile

Secondo il Ministro della Difesa Crosetto, stiamo vivendo una «trasformazione storica, dove vecchie e nuove potenze stanno ridisegnando i propri spazi vitali, dove i centri di gravità della geopolitica mondiale sono in continuo movimento e dove gli effetti distruttivi delle nuove conflittualità colpiscono le parti più inermi delle popolazioni». La proposta del governo di portare il budget della Difesa al 2% del Pil entro il 2028 è bocciata degli italiani, solo il 28 % della popolazione intervistata sarebbe favorevole.

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Per contro, invece, il 53% delle persone intervistate ritiene che «alla luce dell’attuale situazione internazionale politica ed energetica» l’Italia debba investire «esclusivamente» (27%) o «in gran parte» (26%) nella transizione energetica. Solo il 22% ritiene che il Paese debba puntare «in egual misura tra fonti fossili e transizione energetica». Marginali le percentuali di chi vuole che l’Italia investa «in gran parte» (6%) o «esclusivamente» (3%) nelle fonti fossili. Il 100% degli intervistati è d’accordo nel tassare gli extra profitti delle aziende del gas e del petrolio e utilizzare il ricavato per contrastare il caro bollette (80%) e investire in energie rinnovabili (76%).

«Questo sondaggio – commenta Simona Abbate, campaigner Energia e Clima di Greenpeace Italia – conferma che per la maggioranza degli italiani la priorità è fermare il caro bollette e potenziare le energie rinnovabili (…) il nostro Paese deve smettere di investire nelle infrastrutture fossili e nelle armi. Cittadine e cittadini lo hanno capito, quando lo capirà anche il Ministro Crosetto ed il governo?»

La transizione energetica in Italia: cosa stiamo facendo in Italia?

I numeri della transizione energetica, secondo le stime dell’ENEA, sono leggermente in calo rispetto al 2021. Infatti in termini di produzione elettrica nazionale le rinnovabili vanno a soddisfare circa il 35,6% (contro il 40,5% del 2021). Per la prima volta dal 2014 la produzione da fonti rinnovabili scende sotto la soglia dei 100 TWh, ammontando a 98,4 TWh, con un calo di circa 14,8 TWh rispetto al 2021 (-13%).

La produzione di energia elettrica prodotta dal vento con i suoi 20,3 TWh: -1,8% copre il 6.4 % della richiesta nazionale, mentre il solare fotovoltaico soddisfa l’8,7% della domanda elettrica annuale. Insieme queste due fonti rinnovabili vanno a coprire il 15,1%, della produzione nazionale, con 47,9 TWh, superando nell’annualità 2022. Il nostro paese viaggia comunque ad un buon ritmo verso gli obiettivi della transizione energetica.

Le comunità energetiche sostenibili si stanno diffondendo in tutto il Paese, così come i progetti di sensibilizzazione sui temi dell’autoproduzione energetica. La comunità di Solisca, nata di recente dalla collaborazione tra il Comune di Turano Lodigiano e Sorgenia, inaugurata il 4 febbraio 2022, ha già raggiunto nel suo primo anno di vita una produzione di 50.000 kWh all’anno di energia rinnovabile. Stesso valore assumono i progetti di sensibilizzazione come quello promosso dall’Associazione Gramigna nel Sannio: l’European Community Action Scheme for the Mobility of University Students, per la sensibilizzazione e la promozione delle comunità energetiche rurali e per il rinnovamento energetico delle aree interne del nostro paese.

Il futuro del nostro paese non può prescindere dalle sue risorse naturali che dobbiamo imparare a riconoscere, rispettare e valorizzare nella maniera corretta per garantirci l’autonomia energetica e il rispetto degli obiettivi dell’Agenda 2030.

 

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Vittorio Palmieri

Vittorio Palmieri

Napoletano. Emigrato nell'entroterra irpino-sannita, in controtendenza con l'emorragia dei paesi interni verso la vita metropolitana. Ignoto poeta "prestato alla burocrazia". Nell’entroterra segue percorsi sociali con enti del terzo settore. Ha collaborato ad un progetto di agricoltura sociale con le Associazioni Irpine “Ecopotea Aps” e “Al Centro dei Ragazzi Odv”. Nell’ultimo anno fonda Introterra Aps, nata con lo scopo di rivalutare e riscoprire l'entroterra campano, e con la quale rileva un progetto giornalistico editoriale decennale "bMagazine.it" e fonda l'etichetta "Introterra Edizioni" Aspirante giornalista pubblicista, scrivo per Buonenotizie.it grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista pubblicista

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