L’impatto del cambiamento climatico si fa sentire anche sullo scontro tra esseri umani e fauna selvatica come amplificatore globale dei conflitti uomo-natura. Lo considera uno studio dal titolo “Climate change as a global amplifier of human–wildlife conflict” pubblicato su Nature dai ricercatori dell’University of Washington’s Center for Ecosystem Sentinels, secondo i quali trattare quest’aspetto è fondamentale per implementare politiche di mitigazione dei rischi per umanità e natura.

Perché il cambiamento climatico amplifica lo scontro tra uomo e natura

L’articolo pubblicato su Nature dimostra come il surriscaldamento globale stia alterando gli habitat animali e i comportamenti della fauna selvatica, incidendo anche sulla la disponibilità delle risorse. Dato che anche le persone stanno cambiando il loro comportamento in risposta al cambiamento climatico, aumentano i terreni di conflitto con la natura.

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In particolare lo studio rivela che le popolazioni umane più esposte sono quelle delle comunità pastorali e agricole economicamente più vulnerabili e la fauna sottoposta a spostamenti dai loro habitat naturali perché alterati dal cambiamento climatico.

Focus su sistemi terrestri, marini e di acqua dolce

Lo studio è stato effettuato osservando le interazioni uomo-fauna su più continenti tranne l’Antartide e su animali dalle dimensioni di una mosca a quelle di un elefante. La ricerca ha trovato prove di questo conflitto in tutti i sistemi considerati, siano essi terrestri, marini o di acqua dolce. Spostandosi la reperibilità delle risorse necessarie al sostentamento di umani e fauna per via dei cambiamenti imposti dal clima su scala globale, le ripercussioni si sentono anche a livello locale.

I risultati dei conflitti osservati variano dal 43% per danno fisico o la mortalità di persone e dal 45% per la fauna, al 45% di danni derivanti dalla perdita della produzione alimentare necessaria per umani e animali selvatici. Per quanto riguarda la specie umana, i danni sulle comunità pastorali hanno inoltre dimostrato come le realtà sociali già emarginate del mondo siano quelle a dover sopportare di più il costo degli impatti dei cambiamenti climatici.

Perché gli umani devono fare la loro parte

Sul pianeta però anche gli animali ne risentono. Kaitlyn Gaynor, professoressa associata del dipartimento di zoologia della University of British Columbia, ha spiegato che “condividiamo questo pianeta con tante altre specie che sperimentano lo stesso tipo di cambiamenti ambientali che sperimentiamo noi. Gli esseri umani sono sempre più coinvolti in ogni tipo di attività che ha un impatto negativo su altre specie”, ma anche gli umani devono fare la loro parte per aiutare.

Briana Abrahms, professoressa di biologia presso l’Università di Washington e prima firma della pubblicazione, ha affermato che “una delle principali ragioni dello studio del legame tra cambiamento climatico e conflitto uomo-fauna è la ricerca di soluzioni […] Mentre si apprende di incidenti specifici, si possono identificare modelli e tendenze ed elaborare interventi per cercare di risolvere o ridurre tali conflitti.

Soluzioni pratiche e politiche per mitigare gli effetti del cambiamento climatico

Per mitigare i rischi dell’incontro tra esseri umani e fauna selvatica esistono delle soluzioni pratiche ma anche scelte più complesse. Gli esempi più semplici sono le campagne sociali di sensibilizzazione del pubblico o pratiche e accortezze individuali utili per evitare lo scontro con gli animali selvatici, come ad esempio portare con sé odori di orso durante un’escursione ed evitarne l’aggressione.

Altre decisioni, invece, sono più politiche e appannaggio di governi ed agenzie. Si potrebbe prevedere quando e come eventi climatici estremi possano portare persone e fauna selvatica a un contatto più stretto o disporre fondi per indennizzare gli allevatori per gli attacchi degli animali selvatici contro il bestiame, spesso causati dalla siccità, ed evitare, invece, atti di ritorsione contro la fauna selvatica. Per mari e oceani si potrebbero regolare diversamente le stagioni della pesca.

La ricerca spiega che valutazioni sulla vulnerabilità del clima o sulle strategie di adattamento considerano raramente sia le interazioni tra uomo e animali selvatici, sia le eventuali politiche di mitigazione degli effetti. La proposta è che nei futuri studi la mitigazione di questi conflitti sia inclusa proprio per affrontare gli impatti gravi che hanno sulle persone e sulla fauna.

L’accostamento dei rischi diretti connessi al clima e di quelli derivanti da conflitti tra esseri umani e fauna selvatica, può produrre vantaggi reciproci e, insieme, cercare di evitare quelli che sono considerati gli effetti sinergici che amplificano la vulnerabilità dell’uomo e della fauna selvatica ai cambiamenti climatici.

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Pasquale De Salve

Pasquale De Salve

Sono laureato in Filosofia e scrivo per passione. Qui scrivo di ambiente, politica, diritti e qualche volta anche di altro. Cerco di intendere il mondo per quello che è, ma di utilizzare quelle poche parole che ho a disposizione perché possa migliorare. Il suo cambiamento, però, dipende dallo sforzo di ognuno di noi!

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