La crisi degli affitti brevi è un problema sempre più pressante che interessa molte città di tutto il mondo. Piattaforme come Airbnb o Booking hanno portato a un aumento degli affitti brevi con la conseguente espulsione dei residenti a basso reddito e la chiusura di attività commerciali storiche.

In risposta a questa crisi abitativa, molte città europee, extraeuropee e italiane hanno adottato diverse misure per contenere questo fenomeno e ridurre la corsa degli affitti brevi.

L’impatto del mercato turistico

La crescita degli affitti brevi ha portato come prima cosa un impatto dirompente sul mercato delle case, rendendo difficile per i residenti acquistare o semplicemente affittare una casa. Tale difficoltà si estende anche agli studenti fuori sede che fanno fatica a trovare un alloggio disponibile. Il risultato è una gentrificazione dei quartieri, perché l’afflusso di turisti e l’aumento dei prezzi degli affitti, costringe molti residenti a lasciare la propria comunità.

Allo spopolamento di determinati quartieri, si aggiunge anche una perdita culturale e autenticità, dove le botteghe tradizionali chiudono per lasciare posto a negozi di souvenir e i ristoranti abbandonano la cucina locale per offrire solo menù turistici.

Le misure contro gli affitti brevi in Europa e oltre

Tra le città europee più colpite dal fenomeno affitti brevi è Barcellona. Per fronteggiare tale fenomeno, il sindaco Jaume Collboni ha affermato che provvederà a porre fine all’affitto di appartamenti turistici entro il 2028, annunciando che nei prossimi anni non verranno rinnovate le licenze di circa 10.000 appartamenti turistici attualmente affittati a breve termine, in modo tale che questi appartamenti ritornino sul mercato degli affitti o degli acquisti, evitando che i cittadini lascino la città.

Ispirandosi dal modello spagnolo, Parigi ha introdotto una legge rigorosa che prevede che chiunque voglia affittare un appartamento a breve termine debba essere registrato, comunicando al municipio tutte le informazioni fiscali sul contratto di alloggio a uso turistico. Solo dopo essere stato registrato, il municipio rilascerà un numero che dovrà essere collegato all’annuncio online.

Anche oltreoceano arrivano le regolamentazioni sugli affitti brevi. Spicca New York dove, dal 2023, è entrata in vigore la local law 18che richiede agli host di affitti brevi di registrarsi presso il registro municipale. Inoltre, possono essere messi in affitto solo appartamenti dove i proprietari risiedono e siano effettivamente presenti, e non posso ospitare più di due persone. Piattaforme come Airbnb Booking, per poter incassare le commissioni devono prima assicurarsi che chi mette a disposizione il proprio appartamento abbia ottenuto l’autorizzazione da parte delle autorità.

In Italia, invece, è stato approvato il ddl affitti brevi, voluto dalla ministro del turismo Daniela Santachè, per fronteggiare il rischio del sovraffollamento turistico e prevedere il rispetto di requisiti igienico-sanitari e di sicurezza degli immobili. Inoltre, prevede l’obbligo dell’assegnazione di un codice identificativo nazionale (CIN) a ogni immobile che sarà sul mercato degli affitti turistici, con una durata minima del soggiorno di due notti.

Verso un futuro sostenibile

Le misure per fronteggiare il fenomeno degli affitti brevi affrontate dai diversi paesi europei e non, non sono sempre sufficienti per contrastare la crisi abitativa. Oltre a implementare un tetto massimo per i turisti o promuovere destinazioni meno conosciute in modo da gestire il sovraffollamento dei turisti , è anche necessario puntare verso un turismo più sostenibile, in modo che possa garantire una convivenza equilibrata tra residenti e turisti contribuiendo, allo stasso tempo, al benessere delle comunità valorizzandone gli aspetti culturali, artistici, storici e tradizionali.

Per fare ciò è importante sensibilizzare i turisti educandoli all’importanza di assumere comportamenti responsabili, come il rispetto delle norme: non gettare rifiuti a terra e comperare prodotti locali. Il progetto Leave No Trace, organizzazione statunitense che si occupa della sostenibilità ambientale, si propone di insegnare alle persone a ridurre al minimo il loro impatto ambientale.

La crisi degli affitti brevi rappresenta una sfida complessa che coinvolge diverse questioni legate alla sostenibilità urbana, all’identità culturale e alla qualità della vita nelle città. Per questo è necessario un approccio multilaterale che consideri le esigenze dei residenti, le diverse dinamiche del mercato immobiliare e le opportunità offerte dal turismo.

È solo attraverso la regolamentazione di politiche efficaci e la sensibilizzazione dei turisti che sarà possibile trovare un punto d’incontro che favorisca un turismo sostenibile e preservi il benessere sociale delle città.

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Gemma Mastrocicco

classe 1997, laureata in Informazione, editoria e giornalismo a RomaTre. Scrivo da sempre. Autrice del libro Amami senza mentire. Sostenitrice delle tematiche legate ai movimenti femministi, dell'uguaglianza di genere. Aspirante giornalista, scrivo per Buone notizie.it, grazie al laboratorio di giornalismo per diventare giornalista

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