Il cloud seeding, o inseminazione delle nuvole, è una tecnologia che permette di stimolare le precipitazioni attraverso l’uso di sostanze come lo ioduro d’argento. Nata negli anni ’40, questa tecnica si è evoluta notevolmente e viene oggi utilizzata in diversi paesi per combattere la siccità, ridurre il rischio di incendi e persino contrastare eventi meteorologici estremi.
Ma quanto è realmente efficace? E quali implicazioni ambientali e climatiche comporta? In questo articolo analizzeremo i progressi scientifici nel campo del cloud seeding, i benefici e le possibili sfide, aprendo una riflessione più ampia su come scienza e tecnologia possano aiutarci a mitigare la crisi climatica.
Cos’è il cloud seeding e come funziona
Il cloud seeding è una tecnica che permette di modificare il meteo e che mira a influenzare la quantità o il tipo di precipitazioni, mitigare la grandine o disperdere la nebbia. Consiste nell’introduzione di sostanze chimiche, come lo ioduro d’argento o il cloruro di sodio, nelle nuvole. Questi agenti fungono da nuclei di condensazione, attorno ai quali il vapore acqueo si aggrega, formando gocce di pioggia o cristalli di neve. L’obiettivo è stimolare o intensificare le precipitazioni in aree specifiche, contribuendo a mitigare condizioni di siccità, ridurre il rischio di incendi, contrastare eventi meteorologici estremi o a gestire risorse idriche.
L’efficacia del cloud seeding è oggetto di dibattito nella comunità scientifica. Mentre alcuni studi indicano un aumento delle precipitazioni fino al 20%, altri suggeriscono che i risultati possano essere influenzati da variabili naturali, rendendo difficile isolare l’effetto diretto della tecnica. Inoltre, sorgono preoccupazioni riguardo alle possibili implicazioni ambientali, come l’accumulo di sostanze chimiche nel suolo e nelle risorse idriche, e alle questioni etiche legate alla manipolazione del clima. Tuttavia, la valutazione dell’efficacia dipende da vari fattori, tra cui le condizioni atmosferiche specifiche e la metodologia utilizzata.
Cos’è successo a Dubai?
Gli Emirati Arabi Uniti, inclusa Dubai hanno investito significativamente nel cloud seeding per affrontare le sfide legate alla scarsità d’acqua. Il paese è stato uno dei primi nella regione del Golfo Persico a utilizzare questa tecnologia, con l’obiettivo di aumentare le precipitazioni e garantire risorse idriche sufficienti per la popolazione e l’agricoltura.
Ad aprile 2024, proprio questi territori, hanno subito piogge torrenziali che hanno causato inondazioni significative. In un solo giorno, sono caduti oltre 140 millimetri di pioggia, superando la media annuale di 95 millimetri. Questo evento ha sollevato interrogativi sul ruolo del cloud seeding nelle precipitazioni eccezionali. Tuttavia, molti esperti hanno affermato che il cloud seeding ha un impatto minimo e non è stato responsabile delle forti piogge che hanno colpito Dubai.
I vantaggi del cloud seeding
Negli ultimi anni, diversi paesi hanno adottato il cloud seeding per affrontare sfide climatiche e ambientali. L’efficacia varia da progetto a progetto, ma è stato dimostrato che i progetti di inseminazione delle nuvole a lungo termine portano a dei risultati evidenti. Nel gennaio 2025, molti esperti idrici hanno infatti sottolineato il potenziale del cloud seeding per affrontare la siccità nel bacino del fiume Colorado. Si è discusso dell’opportunità di aumentare i finanziamenti e la ricerca per valutare l’impatto di questa tecnica sulla disponibilità idrica regionale.
Anche il Texas, negli ultimi due decenni, ha implementato progetti di cloud seeding su vasta scala, coprendo circa 30 milioni di acri. Questi programmi mirando a stimolare le precipitazioni, hanno portato a un incremento stimato della produzione idrica di oltre 500.000 acri-piedi all’anno, con benefici significativi per l’agricoltura locale. Ma è il Dakota del Nord a gestisce il programma di cloud seeding aereo più longevo al mondo, con l’obiettivo di ridurre i danni da grandine e aumentare le precipitazioni per supportare l’agricoltura.
La comunità scientifica continua a investigare l’efficacia e le implicazioni dell’inseminazione delle nuvole. Un rapporto pubblicato nel dicembre 2024 dal Government Accountability Office (GAO) degli Stati Uniti ha evidenziato che le stime dell’aumento delle precipitazioni variano dallo 0 al 20%. Il cloud seeding rappresenta, quindi, una delle molteplici strategie che la scienza e la tecnologia offrono per affrontare le sfide poste dalla crisi climatica. Adottare una strategia combinata, basata su soluzioni sostenibili, sarà essenziale per affrontare le sfide ambientali e costruire un futuro migliore.

