Storia di Chandra Livia Candiani e della sua attività, che ha cambiato la vita a molti bambini delle periferie. “I bambini che ho incontrato io – spiega -, sono bambini mondiali, cioè che vengono dai paesi più diversi del mondo, spesso bambini in fuga o figli di genitori in fuga. Per loro le parole sono un bisogno, una fame di non saper dire solo le cose della sopravvivenza ma anche come si sta dentro di loro. Non è facile partecipare a un seminario di poesia, bisogna accettare di non sapere niente, per questo i più bravi a scuola hanno più difficoltà perché hanno più paura a lasciar cadere i risultati, le sicurezze, i luoghi protetti. Gli asini invece corrono liberi. Spesso dentro a un asino c’è un poeta addormentato e sfiduciato e io cerco di scovarlo con delicatezza. Mi sembra che tutto stia nel vedere i bambini e le bambine più invisibili di tutti. Io sono stata una di loro, così mi è facile notarli per primi”.

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