Daniele Cassioli è cieco dalla nascita, ma questo non gli ha impedito di diventare il più titolato sciatore nautico paralimpico al mondo: con 28 titoli mondiali, 27 europei e 45 italiani, la sua carriera sportiva è un inno alla resilienza, un esempio di sport inclusivo e capacità di trasformare un limite in opportunità.
La sua storia non è solo quella di un atleta straordinario, ma di una persona che ha saputo fare dello sport un linguaggio universale di libertà e crescita non solo personale, ma per tutti.
Il suo percorso dimostra come lo sport inclusivo non sia un concetto astratto, ma una realtà concreta che può cambiare vite, abbattendo barriere culturali e sociali.
Le origini di una passione
Nato a Roma nel 1986 e cresciuto a Gallarate, Cassioli ha incontrato lo sci nautico grazie a un’iniziativa della Federazione Italiana Sci Nautico. Da quel momento, la sua vita ha preso una direzione precisa. Come detto da Daniele: «Iniziare lo sci nautico è stata una grande emozione, e una liberazione: finalmente anche io come i miei amici mi sono trovato a fare sport».
La sua determinazione lo ha portato a diventare un punto di riferimento internazionale, non solo per i risultati sportivi, ma anche per la capacità di raccontare la disabilità in modo naturale e positivo. Cassioli ha sempre sottolineato che la cecità non è stata un ostacolo insormontabile, ma una condizione da affrontare con coraggio e creatività.

Foto di Daniele Cassioli
Dal successo personale all’impegno per lo sport inclusivo
Se i trionfi sportivi hanno reso Cassioli un campione, la sua vera grandezza si misura nell’impegno sociale. Il 23 ottobre 2019 ha fondato Real EyesSport ASD, un’associazione che promuove lo sport inclusivo per bambini e ragazzi ciechi o ipovedenti.
L’obiettivo è semplice e rivoluzionario: offrire ai giovani con disabilità visiva la possibilità di sperimentare lo sport come strumento di autonomia, autostima e socializzazione. Attraverso attività come, mini baseball per ciechi, atletica, calcio a 5, blind tennis, sci da discesa e sci di fondo e in modo occasionale delle prove di sci nautico, Real Eyes ASD dimostra che lo sport non è solo competizione. L’associazione non punta all’agonismo, ma alla crescita personale e collettiva, promuovendo inclusione, condivisione e sviluppo delle proprie potenzialità.
Real Eyes Sport ASD: vedere con il cuore
L’associazione Real Eyes Sport ASD nasce dall’idea di rendere lo sport accessibile a tutti. «Mi sono reso conto che lo sport, per chi nasce con una disabilità, non è di facile accesso» Ha dichiarato il fondatore dell’associazione, «mi sembrava giusto restituire un po’ quello che ho ricevuto dallo sport».
Le attività proposte non si limitano all’allenamento fisico, ma includono laboratori educativi, incontri con le scuole e momenti di condivisione con le famiglie.
Il cuore del progetto è la convinzione che lo sport inclusivo sia un diritto di tutti, non un privilegio per pochi. Attraverso il movimento, i ragazzi imparano a conoscere meglio se stessi, a sviluppare fiducia nelle proprie capacità e a costruire relazioni autentiche con gli altri.
Lo sport inclusivo come strumento di autonomia
Secondo Daniele: «Il nostro obiettivo unico non è l’agonismo, ma lo sviluppo personale». Uno degli aspetti più innovativi del lavoro di Cassioli e della sua associazione è l’attenzione all’autonomia. Per un bambino cieco, imparare a correre, giocare a calcio o sciare significa conquistare spazi di libertà che spesso la società tende a negare.
Lo sport inclusivo diventa così un mezzo per superare la dipendenza dagli altri e per affermare la propria identità. Non si tratta solo di attività fisica, ma di un percorso educativo che insegna a gestire le difficoltà, a prendere decisioni e a credere nelle proprie possibilità.

Daniele Cassioli sorridente mentre pratica sci nautico. Foto di Daniele Cassioli.
Storie di cambiamento
Le testimonianze dei ragazzi e delle famiglie coinvolte in Real Eyes Sport ASD sono la prova tangibile dell’impatto sociale del progetto. C’è chi, grazie allo sport, ha trovato il coraggio di affrontare la scuola con maggiore sicurezza; chi ha scoperto il piacere di viaggiare da solo; chi ha stretto amicizie profonde che vanno oltre il campo di gioco.
Queste storie dimostrano che lo sport inclusivo non è solo un’attività ricreativa, ma un vero e proprio strumento di trasformazione sociale. A detta del campione di sci nautico: «I bambini contano i giorni, sia per partecipare alle attività sportive che ai campi estivi e invernali, e i genitori dicono di sentirsi finalmente normali nell’accompagnare i figli a praticare attività».
Un messaggio per tutti
Cassioli non si limita a lavorare con i ragazzi ciechi o ipovedenti: il suo messaggio è rivolto a tutta la società. Una delle tante attività di cui si occupa è quella di formazione nelle aziende. In particolare team building e group coaching. Come lui stesso ha detto: «Mi occupo di tutto ciò che attiene a dare supporto a persone affinché lavorino meglio, e siano più consapevoli a livello emotivo e relazionale».
Il suo approccio naturale e positivo ribalta la prospettiva. Non si tratta di compensare una mancanza, ma di valorizzare le potenzialità di ciascuno. In questo senso, la disabilità diventa un elemento e non ‘l’elemento’.
La forza della narrazione positiva
Uno degli elementi distintivi del lavoro di Cassioli è la capacità di raccontarsi in termini positivi. Unendo la formazione alla sua storia, non solo sportiva ma personale, Daniele riesce a costruire un rapporto di fiducia con chi lo ascolta.
Questa narrazione costruttiva è fondamentale per cambiare la percezione collettiva. La disabilità non è sinonimo di limite, ma di diversità che arricchisce. Lo sport inclusivo diventa così un linguaggio universale che unisce persone con esperienze diverse.
L’impatto dello sport inclusivo nelle scuole
Un’ulteriore attività portata avanti è la collaborazione con le scuole. Attraverso progetti educativi e giornate di sensibilizzazione, Cassioli porta il tema dello sport inclusivo tra i banchi scolastici. In queste occasioni c’è tanto della sua esperienza personale, e i ragazzi, come lui stesso afferma, sono sempre incuriositi dalla sua cecità, tanto da porgli molte domande a riguardo.
Queste iniziative hanno un duplice obiettivo. Da un lato, offrire ai ragazzi ciechi l’opportunità di praticare sport; dall’altro, educare i loro coetanei alla diversità e al rispetto reciproco. In questo modo, lo sport diventa un terreno comune su cui costruire una cultura dell’inclusione.

Daniele Cassioli alza le mani al cielo con i ragazzi di Real Eyes Sport. Foto tratta dalla pagina FB di Real Eyes Sport.
Un modello replicabile
L’esperienza di Real Eyes Sport ASD rappresenta un modello replicabile in altri contesti. L’idea di utilizzare lo sport come strumento educativo e sociale può essere applicata a diversi ambiti, non solo quello della disabilità. Così racconta il campione di sci nautico: «Cerco di insegnare a non avere paura della diversità, ma ad essere curiosi».
Il successo dell’associazione dimostra che, con la giusta visione e il giusto impegno, è possibile creare spazi di vera inclusione. Lo sport inclusivo non è un’utopia, ma una realtà concreta che può essere estesa e potenziata.
Il futuro dello sport inclusivo
Parlando con Daniele è emerso il suo desiderio di un mondo più giusto, senza guerre e conflitti, dove ogni persona possa vivere una vita degna. In un contesto privo di tensioni sociali e belliche, le risorse economiche di una nazione potrebbero essere destinate alla promozione dello sport, alla costruzione di impianti accessibili e alla diffusione dell’attività fisica come strumento di benessere e inclusione.
Lo sport, in questo scenario, diventerebbe un diritto universale e un potente mezzo per unire le persone, anziché un lusso per pochi. È un sogno concreto, che parte dalla pace per arrivare alla libertà di muoversi, crescere e condividere.
Il suo sogno è che un giorno ci sia la possibilità per tutti di potersi esprimere nello sport, come nella vita. Praticare un’attività che unisce, che educa e che rende liberi. In questo senso, lo sport inclusivo è la chiave per costruire una società più equa e solidale.
Un campione di vita
La storia di Daniele Cassioli è molto più di una carriera sportiva straordinaria. È la dimostrazione che lo sport può diventare un motore di cambiamento sociale, un linguaggio universale capace di abbattere barriere e costruire ponti.
Attraverso Real Eyes Sport ASD, Cassioli ha trasformato la sua esperienza personale in un progetto collettivo che offre speranza e opportunità a centinaia di ragazzi. Il suo messaggio è chiaro: la disabilità non è un ostacolo, ma un punto di partenza per costruire un futuro migliore.
Lo sport inclusivo è la sua sfida più grande: un invito a guardare oltre i limiti, a credere nelle possibilità e a costruire insieme una società più giusta.

