Cresce di giorno in giorno il numero di Italiani che dedica il proprio tempo libero a una vacanza che si distacca nettamente dalle tipologie tradizionali di viaggio. L’enoturista, appassionato di vini e golosità locali (ma non solo), è ormai uno dei principali protagonisti e sostenitori dell’economia turistica italiana; tant’è che il “Movimento Turismo Vino” ha deciso di dedicargli un’indagine per definirne le caratteristiche di base.

Maschio, italiano, fra i 30 e i 50 anni, dotato di buone disponibilità economiche: questo è l’identikit emerso dal sondaggio “Cts-Movimento Vino”. L’enoturista “tipo” beve poco ma beve bene; è italiano nella maggior parte dei casi (il 62% contro il 38% degli stranieri) e organizza la propria vacanza in modo del tutto autonomo, pianificando il viaggio via web senza il supporto di agenzie e tour operator; concepisce inoltre la vacanza in modo conviviale e viaggia – preferibilmente – con la famiglia o con gli amici.

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I risultati dell’indagine, oltre a tracciare il profilo di una nuova tipologia di turista, delineano implicitamente anche le caratteristiche di una particolare (e particolarmente fortunata) idea di vacanza alternativa, che si qualifica sempre di più come un elemento portante del turismo italiano. Le caratteristiche principali e più innovative di questo modo di concepire la vacanza, sono soprattutto due: la scarsa stanzialità e l’alimentazione di flussi turistici destagionalizzati. Rispetto alla classica vacanza in spiaggia, l’enoturismo è “viaggio in movimento” per eccellenza: la degustazione nelle cantine si coniuga infatti necessariamente con la scoperta del territorio. Arte, natura, cibo e vino: un ventaglio di possibilità che alimenta positivamente un vero e proprio “circolo virtuoso”; l’enoturista finisce così per collaborare (ovviamente con il supporto e l’ausilio delle istituzioni) con il potenziamento dell’economia locale contribuendo a mantenere vive le tradizioni del territorio. Il secondo aspetto di rilievo, riguarda la periodicità della vacanza: a differenza della vacanza tradizionale (ma si può ancora parlare di vacanze tradizionali?), l’enoturismo si sviluppa lungo l’intero arco dell’anno, con un ulteriore effetto benefico sull’economia locale, che viene – di conseguenza – foraggiata non sono nel corso dei mesi estivi. Qualche preferenza, comunque, ovviamente c’è: maggio sembra essere il mese favorito (per il 38% degli intervistati); seguono a ruota Agosto, Settembre, Luglio e Giugno. Anche a livello di giorni, l’enoturismo tende a discostarsi dalla vacanza tradizionale: se il 45% degli intervistati viaggia nel fine settimana, il 55% privilegia i giorni feriali.

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Martina Fragale

Martina Fragale

Giornalista pubblicista dal 2013 grazie alla collaborazione con BuoneNotizie.it, di cui oggi sono direttrice. Mi occupo di temi legati all’Artico e ai cambiamenti climatici; come docente tengo corsi per l’Ordine dei Giornalisti e collaboro con l’Università Statale di Milano.

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