Sebbene i pugili abbiano tutte le buone ragioni per mettere il loro avversario al tappeto, Rod Salka ha dato al suo avversario un incentivo personale e politico quando è salito sul ring.

Per affrontare il pugile messicano Francisco Vargas, Rod Salka, boxer della Pennsylvania, indossava un paio di pantaloncini con disegnato un muro di mattoni con la scritta “America 1st” (prima l’America).

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Il messicano ha tagliato subito corto, facendo cadere il suo avversario al sesto round. Tornato all’angolo del ring, Rod Salka ha preferito gettare la spugna, anche per le proteste provenienti dal pubblico.

L’interminabile ricerca di costumi che diano spettacolo e di comportamenti stravaganti per generare interesse per questo sport sfocia a volte, purtroppo, in situazioni come queste: nel 2007 Floyd Mayweather, boxer americano, fu protagonista di un’esibizione altrettanto appariscente e insensibile contro Oscar De La Hoya, un ex pugile statunitense di origini messicane, vestendosi con un costume da mariachi da cartone animato.

Mayweather vinse quel match, ma con la perdita senza cerimonie di Rod Salka, coloro che cercheranno di trasformare un incontro di boxe in una guerra culturale forse si renderanno conto che dare al loro avversario un ulteriore incentivo del genere potrebbe non essere una buona strategia.

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