Dall’inizio dell’anno sono state quasi 60o.00 le merci offerte in baratto sul web. Il ”barter”, cioè chi baratta sul web, ha a disposizione una molteplicità di siti dedicati allo “swapping”, cioè allo scambio – sia di beni che di servizi. E la gamma dei prodotti da barattare varia a 360 gradi: dalle mele del proprio orto, all’auto alla fede nuziale. Per regalare alla fidanzata una borsa, si scambiano gli occhiali da sole. Se non si riesce, ad esempio, a pagare due ore alla babysitter, si offrono in cambio due ore gratuite di lezioni di piano.
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Sostienici“Negli ultimi mesi”, ha detto Paolo Severi, responsabile del sito “Zero relativo”, “c’è stato un forte incremento negli scambi, soprattutto per i prodotti di prima necessità. Le persone offrono generi alimentari e vestiti, per ricevere altri oggetti di uso quotidiano. Si scambia di tutto, dalle susine del proprio albero ai porta cd”. Gli iscritti a questa piattaforma sono 30.000 e gli accessi al mese ben 200.000 . “La fascia d’età va dai 30 ai 50 anni e si estende a tutte le zone d’Italia, con una concentrazione maggiore nelle grandi città”.
Oltre quelli dedicati alle famiglie, crescono sempre più i portali di baratto specifici per le imprese, in particolare quelle medio-piccole. Ricorrere al baratto sembra diventare sempre più una necessità: si offrono merci in cambio di servizi e manodopera. Il primo network italiano che mette in contatto le aziende è la BexB, società bresciana che ha all’attivo decine di migliaia di operazioni, circa 25 al giorno. Il circuito si compone di oltre 2.500 piccole imprese che copre circa 160 settori merceologici.
“I consumi stanno cambiando”, ha detto Vincenzo Russo, docente di psicologia dei consumi dello Iulm di Milano, “più di quanto il marketing se ne renda conto”. I concetti che, secondo il professor Russo, stanno dietro al ritorno del baratto sono due: un’edonismo maturo della persona e la garanzia di un contatto diretto tra chi scambia. “La crisi ha portato la gente a fare scelte attente all’interno di una comunità virtuale rassicurante, bypassando la filiera delle imprese verso cui è calata la fiducia”.
Quando si baratta, si compie un’attività di consumo più critico e consapevole. E l’onda degli scambi potrebbe continuare a salire anche nel prossimo periodo, in base a quanto emerge da una recente ricerca elaborata da Intesa San Paolo e dal Centro Luigi Einaudi. Soltanto il 15,2% dei 1.053 capifamiglia intervistati afferma di non avere alcun impatto dalla crisi. Il 12,5%, invece – ovvero un intervistato su otto – dichiara che il proprio reddito è “del tutto insufficiente al mantenimento del tenore di vita” della famiglia.
Fonte: www.adnkronos.com
Per approfondire, il video sul baratto di Adnkronos